di Marco Galeazzi
Prescindendo dal fatto che il giudizio possa essere falsato da un errore del giudice (capitolo vasto che richiede una disamina a sé!), vorrei evidenziare tutti i fattori che possono influire sulla valutazione finale di un avicolo.
E’ indubbio che esiste uno Standard di razza e quello detta le regole a cui l’allevatore deve attenersi nella selezione e il giudice nel valutare un animale in mostra. Ma può lo stesso soggetto conseguire giudizi anche piuttosto diversi da esposizione a esposizione?
La risposta è sicuramente si!
Mi sembra cosa piuttosto normale ma credo sia giusto chiarire ed approfondire alcuni aspetti che influenzano la valutazione.
Giudicare un avicolo non è cosa facile, lo Standard di razza è la base, ma questo poi và ‘interpretato’ razza per razza, colorazione per colorazione, ed è proprio la sensibilità e preparazione del giudice che può fare la differenza.
Inoltre molteplici sono le variabili che influiscono sul giudizio finale e che, incidendo in modo diverso in ogni singola mostra, possono far ottenere allo stesso soggetto diversi predicati.
Prendiamone in considerazione alcuni.
Il tipo di mostra e la qualità degli altri soggetti: lo stesso animale presentato ad una sociale, confrontato magari a soggetti di scarso valore, può dare al giudice una buona impressione e quindi può essere valutato in un modo diverso rispetto ad un Campionato Italiano, dove è giusto anche essere più esigenti, e dove magari la qualità generale è molto superiore. In poche parole ad una mostra può risultare il migliore della sua razza e quindi essere anche un po’ ipervalutato, ad una successiva può risultare di qualità nettamente inferiore rispetto alla media presente e ricevere una valutazione inferiore. Ogni mostra fa storia a se!
Le condizioni di salute: è abbastanza ovvio che il soggetto può in una determinata mostra, non essere in buone condizioni fisiche, non dico palesemente sofferente il che comporterebbe un ‘Non Valutato’, ma avere delle lievi patologie: leggero raffreddamento, inizio di rogna alle zampe, stato di malessere generale, ecc. ecc. che sicuramente influisce sul suo aspetto generale nonché sul portamento facendo variare il giudizio rispetto a quando l’animale è in perfette condizioni di salute.
Le condizioni espositive: questo è un capitolo piuttosto vasto, in quanto le condizioni generali dell’animale possono veramente cambiare nel giro di pochi giorni, per non dire di poche ore, ( agli ultimi Campionati di Jesolo ho visto una Cocincina nana che per ogni giorno di permanenza perdeva circa il 20% delle penne, è arrivata vestita e se ne è andata praticamente nuda!). E’ comune esperienza di tutti gli allevatori sapere che un pollo può sporcarsi, prendere riflessi gialli, perdere le falciformi, entrare più o meno in muta, avere un piumaggio scomposto ed opaco, iniziare la deposizione, ridurre le dimensioni e la piega delle cresta, diventare pallido, sciuparsi il piumaggio durante il trasporto, ecc. ecc. in pochissimo tempo malgrado le nostre più scrupolose attenzioni. Capite bene che, come si presenta l’animale al momento del giudizio, influenza non poco la valutazione finale.
La temperatura del locale: ambienti freddi o caldi o umidi influenzano il portamento e di conseguenza tutto l’aspetto generale del soggetto.
L’orario del giudizio: lo stesso animale giudicato la mattina con il giudice riposato, più attento, più paziente a perdere del tempo nel posizionare il soggetto che a sua volta è più pimpante e recettivo; oppure giudicato la sera dove la stanchezza sia del giudice, che dell’animale che vuole solo dormire, si fa sentire, può dare un’impressione molto diversa che si ripercuoterà sul giudizio.
L’illuminazione naturale o artificiale: una colorazione o un riflesso sotto una bella illuminazione naturale, magari con fuori un sole splendente, oppure sotto la luce di scarsi neon può assumere aspetti molto diversi. Il numero di animali da giudicare e il tempo disponibile: a volte il giudice si trova a dover giudicare un numero di animali ben superiore a quello massimo consentito il che riduce di molto il tempo che può dedicare a ciascun animale. Oppure i cartellini giudizio non sono precompilati nella parte di competenza del Comitato Organizzatore e un po’ del tempo del giudizio viene convogliato in questo compito non di sua competenza, tutto questo può far sfuggire al giudice certi particolari come, per fare un esempio, non sentire lo sterno e magari non accorgersi se questo è deviato, o comunque avere molto meno tempo per posizionare nel giusto modo l’animale e anche questo influirà sul giudizio.
Le gabbie da esposizione: gabbie di dimensioni non standard, sia troppo piccole che troppo grandi, gabbie troppo basse per alcune razze dal portamento eretto, per non parlare di fondi scivolosi o peggio ancora non perfettamente in piano o con stecche di plastica, influiscono enormemente sul portamento e sull’aspetto generale degli animali che in una gabbia adatta possono risultare di qualità molto superiore.
La preparazione del giudice: per prima cosa è bene ribadire che non siamo tutti uguali e questo vale anche per i giudici federali.
Secondariamente è bene ricordare che le razze presenti attualmente nello Standard Italiano delle Razze Avicole sono 247 per non parlare delle colorazioni; non esistendo per il momento nel nostro paese la specializzazione, a me sembra ovvio, ma non sembra che lo sia per tutti, che è impossibile conoscere e valutare in modo ugualmente corretto tutte le razze.
Ci sono razze che ogni giudice conosce meglio per simpatia, perché le ha allevate, perchè le ha seguite di più ai corsi, perché le ha giudicate più volte, e razze che conosce meno, oppure addirittura è la prima volta che le vede ad una determinata manifestazione e di conseguenza anche il giudizio, rispetto a quando lo stesso animale è giudicato da un altro giudice che presenta nei riguardi di quella razza una conoscenza diversa, può variare.
Dopo tutta questa lunga disamina sfido chiunque a dire che un soggetto deve prendere lo stesso punteggio a qualsiasi mostra. Lo stesso soggetto, giudicato da me la mattina o la sera può tranquillamente prendere un giudizio diverso, senza per questo sia giustificato gridare allo scandalo, figurarsi se viene valutato dopo un mese, in un contesto completamente diverso e da un altro giudice.
Come ho precisato all’inizio tutto questo nella utopica condizione in cui non si debba aggiungere anche un eventuale errore del giudice, che ci può essere. Una certa percentuale di errore nel giudizio ci sarà sempre, si mettano l’animo in pace chi pretenderebbe il contrario. E’ invece più che giusto, direi un DOVERE per i giudici, cercare con lo studio, l’esperienza, un po’ di attenzione, di ridurre questa percentuale fisiologica di errore al minimo possibile.
Finisco osservando che secondo me, dopo tanti anni di giudizi e mostre, la situazione è la seguente: delle contestazioni che si sentono la domenica alle mostre sui giudizi (la dialettica e lo scambio di opinioni sono il sale di una esposizione, mai prescindendo però da correttezza e buona educazione), il 25% circa sono del tutto campate in aria, pure invenzioni dell’allevatore; il 50% circa sono discutibili, ha ragione il giudice quando ha dato quel determinato giudizio, ha ragione l’allevatore che la vede da un altro punto di vista. Sono quelle differenze di opinione che sono fisiologiche ed importanti e che dovrebbero essere in parte chiarite da una sana discussione fra giudice ed espositore davanti all’animale, il confronto che dovrebbe far crescere la nostra avicoltura. In questa categoria rientrano anche una parte delle variazioni imputabili a tutte quelle variabili che ho elencato nel mio articolo. Purtroppo, e questo come presidente dell’O.d.G. mi rattrista molto, un buon 25% circa delle osservazioni sono veramente da imputare ad errori di giudizio: dalla compilazione errata del ‘cartellino giudizio’, alla mancata individuazione di errori da squalifica, alla mancata conoscenza, o dimenticanza, di indicazioni presenti nello Standard di razza o di direttive approvate dal CTS. Che dire: meno capannelli alla mostre; più corretto dialogo; presenza dei giudici, quando possibile, la domenica; disponibilità degli espositori ad accettare i giudizi e ad aprirsi a giudizi esterni sui propri animali; disponibilità dei giudici a riconoscere eventuali errori, a relazionarsi con gli espositori, a impegnarsi per un continuo aggiornamento.
Ogni suggerimento, fattibile, è ben accetto.