di Fabrizio Focardi
Non sono molti in Italia gli allevatori di questa razza: tra questi, due ragazze, ambedue molto dolci e femminili.
Non la vedo però come una razza particolarmente consona a tali temperamenti: un combattente non ispira mai la dolcezza. Forse, chissà, vedono nei galli fieri, arditi, forti, eleganti e regali il loro ideale di “Principe Azzurro”.
A loro dedico questa ricerca affinché possano così conoscere meglio i loro beniamini.
Il nostro standard è poco descrittivo e molto è lasciato all’esperienza dell’allevatore e del giudice; se però questa manca è facile incorrere in errori di selezione e di valutazione.
Cercherò pertanto di mettere più a fuoco quelle che sono le caratteristiche più importanti.
Il nome viene dal luogo d’origine: l’Isola di Sumatra; era voce comune che si trattasse di un’antica razza autoctona pura di combattente presente allo stato selvatico; non fu quindi importata – in effetti non si hanno cenni storici di una sua introduzione – bensì semplicemente scoperta. Alcuni portano a conferma di questa tesi i numerosi tentativi, mai riusciti, di ricostruzione della razza attraverso l’incrocio di razze diverse. Personalmente sono più propenso ad accettare la tesi scientifica, che fossero cioè soggetti “ritornati” allo stato selvatico.
Della sua origine si è anche occupato C.A. Finsterbusch e riporta dettagliatamente, nel suo interessantissimo libro “Cock Fighting All Over The World-1929”, quella che è stata la sua ricerca.
In definitiva comunque anche lui è riuscito a scoprire piuttosto poco sull’origine della Sumatra, come del resto poco si sa di tutti i polli combattenti dell’Arcipelago della Sonda, che allora erano conosciuti comunemente come “Black Game” (Combattenti Neri – Gallus Morio), che nell’insieme erano soggetti con caratteristiche diverse, non tanto morfologiche quanto di piumaggio: alcuni con barba, altri ciuffati, addirittura si parlava di piumaggio serico, ma tutti con una identica peculiarità, allora sconosciuta in altre razze: il nero predominante non solo nel piumaggio, ma anche nella pelle, nella carne e nelle ossa.
Non credo si possa pensare a caratteristiche simili alla Moroseta, perlomeno non della stessa intensità.
Erano polli piccoli con lunghe ali e lunga coda abbondantemente impiumata. Avevano pelle e faccia nera e grandi occhi vivi e neri.
La cresta era molto piccola, ben ferma e composta da tre file di piccole punte, come una vera cresta a pisello. Erano estremamente veloci ed aggressivi.
Finsterbusch ipotizzava che la Sumatra derivasse da questi “Black Game” e scartava la versione data dai nativi secondo i quali alla sua nascita, allo stato selvatico, avesse contribuito, per la sua forma particolare, un qualche fagiano.
Pubblica, sempre nel su libro, molte lettere ufficiali ricevute da diversi Dipartimenti statali che, interessati dalla sua ricerca, lo aiutarono.
Ne riporto una del direttore del Museo di Storia Naturale di Leiden:
«In risposta alla sua lettera del 6 Gennaio (1927 ndr) ho l’onore di comunicarle che il così chiamato Sumatra (Gallus Sumatrensis o Combattente Sumatra Nero) è una razza domestica che come si capisce dal suo nome si suppone abbia avuto origine dal “gallo selvatico di boscaglia Gallus Bankiva” nell’Isola di Sumatra.
Ho cercato di tornare più indietro possibile nella mia ricerca, ma questa razza non esiste allo stato selvatico nell’Isola di Sumatra.
È un tipico combattente. Lo stesso dell’Asil e Malese, ma differisce da ambedue per le sue gambe più corte e la lunga coda.
Il numero di speroni deve essere maggiore, come in altre razze, ma originariamente il gallo ne aveva uno solo.»
Tutte le altre lettere, più o meno, riportavano lo stesso risultato.
La Sumatra arrivò in America intorno al 1847 a da lì ha raggiunto l’Europa circa 35 anni dopo, non prima però di passare dall’India dove, volutamente o accidentalmente, contribuì alla nascita del più perfetto gallo combattente del mondo: l’Asil.
C’è una differenza di selezione fra i soggetti americani/inglesi e gli europei: i primi hanno un piumaggio più morbido, con più piumino, quindi più voluminoso; la coda è più larga e le falciformi, specialmente le principali, sono più lunghe. La tipologia che si alleva in Europa è la tipologia tedesca che seleziona, per me giustamente, un piumaggio più brillante, più duro e meno lungo, ereditato dalla sua origine di combattente.
Sumatra Maschio. Mostra Nazionale Tedesca Dortmund 1997
È una razza affascinante per la sua forma ed il suo piumaggio, ma soprattutto per il suo nobile portamento.
Ama vivere in libertà e male si adatta ad ambienti angusti che farebbero, oltretutto, perdere la lucentezza, classica, al suo piumaggio. A dispetto del suo aspetto è oltremodo fiducioso con chi lo accudisce. Produce mediamente un centinaio di uova all’anno, non troppo grosse, di circa 50/55 grammi.
Una forma a fagiano, dunque, caratterizzata da un tronco cilindrico, asciutto e snello, con spalle larghe ed un pò prominenti e con un dorso mediamente lungo portato leggermente in discesa. La sella, moderatamente lunga, ha grande abbondanza di larghe lanceolate.
La coda è molto impiumata e portata orizzontale. È caratterizzata da piccole e grandi falciformi, larghe e lunghe, piegate solo nella seconda metà, tutte con una rachide forte e rigida, visto che una struttura normale non potrebbe sostenerla nel suo portamento orizzontale. Le timoniere risultano ben soprammesse, con la parte alta ben attaccata alla penna superiore.
Nella gallina è preferibile lunga e portata abbastanza stretta; le ultime due timoniere hanno una forma leggermente arcuata.
È errata l’idea che un bel Sumatra debba strascicare a terra il piumaggio della sella o della coda; spesso questo è sinonimo di una struttura debole delle penne o di piumaggio esageratamente lungo. Preferire code ben formate con piumaggio largo e ben sostenuto; in genere le lanceolate della sella non oltrepassano, verso il basso, la linea formata dalle piccole e grandi falciformi.
Anche l’America richiede le falciformi larghe, mentre l’Inghilterra invece le richiede strette.
Sumatra Femmina. Mostra Nazionale Tedesca di Lipsia 1998
Il petto largo è portato leggermente alto, il ventre è tirato.
Le ali non troppo grandi stanno aderenti al corpo e ben in linea orizzontale.
Collo di media lunghezza portato dritto, con ricca mantellina, anche questa formata da un piumaggio molto largo.
La testa è piccola con fronte larga ed arcate sopraccigliari pronunciate e leggermente sporgenti. I punti della testa hanno una colorazione che va dal rosso molto scuro al nerastro; nella gallina sono richiesti più scuri. Sulla faccia è presente una fine peluria.
La cresta è a pisello, piccola, ferma e ben impiantata. Spesso si vedono creste troppo grosse e addirittura, nei galli, malferme; questo va fortemente penalizzato.
Bargigli molto corti, meglio se appena abbozzati e che lasciano vedere la gola nuda.
Orecchioni molto piccoli e sottili.
Occhi rosso bruno scuro, il più scuro possibile, ma non neri.
Becco corto, forte e nero.
Gambe e tarsi di media lunghezza, robusti e ben in appiombo. Le gambe, sia nel gallo che nella gallina, ben separate dal corpo.
I tarsi con scaglie fini hanno un colore verde oliva fino a verde nerastro. Molto importante però che la suola sia gialla; un colore diverso svaluterebbe molto il soggetto.
Caratteristica importante i due speroni, a volte anche tre, posizionati uno sopra l’altro, che nella crescita assumono una forma a semicerchio.
La presenza di sperone nella gallina è ammessa, anzi io direi preferita.
Attenzione alla mole del gallo.
I pesi: kg. 2,0/2.5 nel gallo e kg. 1,8/2,3 della gallina vanno rispettati altrimenti si perderà la struttura necessaria a garantire quelle caratteristiche classiche di aspetto e posizione.
Difetti gravi sono: tronco troppo corto, troppo stretto o eccessivamente lungo; coda strascicata; penne troppo morbide; piumaggio debole; faccia rosso chiaro; tarsi chiari; suola rosa o bianca.
Piumaggio Lungo e largo; sul tronco ben tirato ed aderente.
Colorazioni
Nera
Nei due sessi tutto il pumaggio nero intenso con lucenti riflessi verde smeraldo.
Rosso/Nera
Colore di fondo nei due sessi nero intenso con lucenti riflessi smeraldo.
Nel gallo presenza di rosso, anche solo sporadica, nella mantellina e nelle lanceolate della sella.
Più o meno macchiate di rosso anche le copritrici delle ali ed il dorso.
Nella gallina testa e mantellina inframezzate di rosso; leggere tracce rossastre nel petto sono ammesse.
Nei due sessi la qualità del disegno non ha molta importanza.
In ambedue le colorazioni il difetto più grave è l’assenza dei riflessi smeraldo.
Selvatica Gallo:
Testa bruno/nerastra; mantellina e sella rosso bruno con fiamme nere; spalle e dorso bruno/rosso scuro; remiganti primarie nere; remiganti secondarie nere con parte esterna bruna, che forma il triangolo dell’ala. Grandi copritrici delle ali e coda nere a riflessi verdi
Petto, gambe e ventre nere.
Gallina:
Testa quasi nera. Mantellina nerastra con stretta orlatura rosso/bruna. Mantello bruno con rachide più chiara e margine della penna nero, presenza di densa pepatura nera a riflessi verdi.
Petto bruno fino a bruno/castano.
Ventre e gambe grigio/nero. Timoniere nere.
Difetti Gravi:
Colorazione molto discosta da quanto richiesto; assenza del triangolo dell’ala bruno nel gallo.
In tutte le colorazioni la presenza di sfumature bronzee e violacee è difetto grave.
Una buona alimentazione a base di verdura, frutta e semi oleosi, come il girasole, aiuterà ad accentuare la lucentezza del piumaggio.
Esiste anche la Sumatra Nana, oggi riconosciuta in Europa nelle stesse tre colorazioni.
Il nostro standard dà, come peso minimo, g. 700 per il gallo e g. 600 per la gallina; il massimo aumenta, nei due sessi, di g. 200 dando poi, per la squalifica g. 100 sotto il minimo. A mio parere è troppo complicato, per questo preferisco il tedesco, più realistico: g. 850 per il gallo e g. 750 per la gallina.
Valgono più o meno le stesse caratteristiche della razza grande, e se ne capiterà l’occasione ne parlerò più approfonditamente.
La presenza del doppio sperone, qui un po’ più rara, è da considerarsi un pregio.
Bibliografia
- C.A. Finsterbusch, “Cock Fighting All Over The World”, 1929
- Herbert Atkinson, “Cock-Fighting and Game Fowl”, 1938
- Wilfried Detering, “Kaempfer und Zwerg-Kaempfer der Welt”, 2004
- Deutscher Rassegefluiegel-Standard
- American Standard of Perfection, 1989
- British Poultry Standard, 1988
- Der Kleintier-Zuechter Gefluegel Zeitung