di Focardi Fabrizio
Il 6 Aprile 2008 ho avuto il piacere di partecipare, a Loano, alla prima assemblea generale del neonato Club Italiano della Cocincina.
Tutto si è svolto in un clima di amicizia e collaborazione. Ho visto, nei partecipanti, una grande passione per l’avicoltura in genere, e, ovviamente, in particolar modo per la Cocincina Nana.
Quello che segue è frutto della mia esperienza personale e di una ricerca a largo raggio nei diversi Paesi.
Origine
L’origine di tutte le razze orientali è sempre avvolta da un alone di mistero e sono sempre molto interessanti dal punto di vista storico.
La Cocincina Nana è indubbiamente di origine cinese e si presume che il suo allevamento risalga a molti secoli prima di quando raggiunse l’Occidente.
Una leggenda cinese, la cui scrittura pare risalga a più di mille anni fa, narra di un regalo di nozze: una bella coppia di polli nani, poco più grandi di una colomba, dal colore dell’oro, presentata in una gabbia ovale decorata con fiori dello stesso colore.
Si trattava di Cocincine Nane? Ci sono buone probabilità!
In Occidente la prima apparizione avvenne in Inghilterra intorno al 1860. Furono i conquistatori, inglesi e francesi, che trovarono questo curioso pollo nano nel “Palazzo d’Estate” di Pechino e si dice fosse di esclusiva proprietà dell’Imperatore. Fu un inglese a farlo arrivare in Occidente inviandolo in dono ad un ufficiale del corpo di guardia della Regina Vittoria, amante delle razze nane. Proprio per la loro origine fu chiamata: “Pekin Bantam” (Nana di Pechino, trad.).
I soggetti erano della colorazione fulva, ma non avevano l’intensità che si conosce oggi. Il gallo era piuttosto di un ricco cinnamo (cannella) scuro e la femmina solo leggermente più chiara.
Seguì poi la nera, con soggetti che però non erano perfetti nella colorazione: troppe tracce bianche e penne color ottone nelle lanceolate del gallo. Fu proprio l’inglese Entwisle, grande allevatore e creatore di razze nane, a lavorare per riportare queste due colorazioni a quanto lo standard richiedeva. E fu proprio lui ad esporle, per primo, all’allora famosa ed importante mostra al “Crystal Palace” di Londra nel 1863.
Oggi si sostiene che la Cocincina Nana non abbia niente a che fare con la Cocincina, cioè che la nana sia una razza con caratteristiche proprie e non una “miniatura”.
Ma vediamo quello che dicevano i miglior autori del tempo passato:
Nel 1867, il grande L. Wright – scrittore di interessanti libri e bravissimo selezionatore inglese-, diceva nel suo “Poultry Keeper: A Complete and Standard Guide to the Management of Poultry, Domestic use, the Markets, or Exibition”:
« Pekin o Cocincina Nana.
Questa è la più notevole di tutte le razze nane anche se è stata introdotta solo da pochi anni. I progenitori originali furono rubati dal Palazzo d’Estate di Pechino durante la guerra cinese, e furono esposti per la prima volta nel 1863. È la copia esatta della Cocincina Fulva nel colore e nella forma, possedendo i tarsi impiumati, abbondante piumino, e tutte le altre caratteristiche della razza genitrice allevata in piena perfezione, e che presentano un aspetto molto singolare. Non sono ancora comuni, e l’allevamento in consanguineità, necessario per il solo gruppo esistente, ha causato alta sterilità e costituzione debole. Gi animali più forti si sono ottenuti inserendo nuovo sangue di altre razze nane calzate e accoppiando poi i soggetti ottenuti con i soggetti puri. La Bantam di Pechino è molto domestica. »
Sfoglio spesso il libro inglese del 1894 “Bantams” di W.F. Entwisle, lo trovo sempre molto interessante e, in alcuni casi, attuale, nonostante i suoi 114 anni. Quando descrive la forma della Cocinicina Nana, così riporta:
« Riguardo alla forma, quella della Pechino, o Cocincina Nana, dovrebbe essere esattamente la stessa della Cocincina grande, mentre riguardo la taglia ed il peso, quest’ultimo non dovrebbe superare un quinto del peso medio della Cocincina: per esempio, circa 2-2½ libbre, quando in carne, per il gallo, e 1¾ – 2 libbre per la gallina. »
Harrison Weir, grande esperto americano – e chi bazzica la vecchia letteratura avicola dovrebbe conoscerlo -, era della stessa idea di Entwisle e nel suo libro del 1904 “The Poultry Book” dice:
« Tutte le varietà che abbiamo attualmente sono il risultato di incroci di ognuna di queste bantam con la Cocinicina grande della stessa varietà . Attraverso selezione, incroci, schiuse tardive e altri metodi, la giusta mole, con forma e colore della Cocincina, sono stati ottenuti. »
Anche Thomas F. McGrew nel 1912, nel suo libro “The Book of Poultry”, quando parla della forma e tipologia del piumaggio fa sempre riferimento alla Cocincina e, per la similitudine che si ricercava, accenna al cambiamento di nome da Pekin Bantam a Cocincina Nana.
« Precedentemente esisteva una marcata differenza di opinioni relative alla forma, colore e piumaggio della Cocincina Bantam. Gli allevatori inglesi selezionavano un tipo e gli americani un altro. Quando fu dimostrato che si poteva allevare le Cocincine Bantam con una forma ed un colore uguale alla Cocincina più grande, le descrizioni dello standard furono cambiate, o piuttosto fu cambiata la loro applicazione, e solo le Cocincine Bantam che avevano una vera forma, colore e piumaggio della Cocincina furono riconosciute. »
Mi sembra chiaro che allora si ritenesse che la nana fosse la miniatura della grande; infatti, nei disegni dell’epoca viene data la stessa forma.
Molto probabilmente, in seguito, si sarà seguita una selezione, per il piacere di alcuni allevatori, con una tipologia più arrotondata e più bassa, allontanandosi sempre più dalla consorella grande e arrivando così alla necessità di considerarla una razza a parte.
Devo ammettere che, in questo caso, visto il risultato, concordo con la loro scelta.
Ma guardiamo oggi come deve essere una bella Cocincina Nana.
Piumaggio e posizione: due priorità per ottenere la giusta forma
Che dire della forma della Cocincina Nana? Analizziamo ora tutte le parti mirando alla perfezione: difficilmente comunque realizzabile nella realtà. |
« In nessuna razza il portamento del corpo e, in certa misura, anche la posizione bassa, è di così grande influenza come nella Cocincina Nana. Per la maggior parte, la posizione piuttosto bassa ha la sua causa in uno stretto angolo fra i tarsi e la coscia inferiore. Più stretto è questo angolo, più il corpo tende in avanti per tenere l’equilibrio. Effettivamente, originariamente, questo non si è ricercato: è venuto quasi da sé e si è adattato così bene al quadro generale d’immagine che poi e stato accettato.
1) Angolo normale fra tarso e coscia inferiore.
2) Angolo un po’ più stretto che comunque influenza appena la posizione del corpo.
3) L’angolo è abbastanza stretto, ma il tarso è troppo lungo circa come nelle Nane Calzate.
4) Angolo fortemente ristretto e tarso abbastanza corto che va ad influenzare la posizione del corpo. Nelle galline la gamba ed i tarsi sono più corti che nei galli, pertanto nelle prime è meno difficile raggiungere una posizione più bassa.Nella posizione bassa il corpo viene compresso fra le gambe, che di conseguenza stanno lontane l’una dall’altra; questo però non deve essere esagerato, quindi non come si richiede, ad esempio, nei combattenti indiani nani. »
Se si fa mente locale alla teoria di Van Gink si riesce a capire perché anche in presenza di tarsi abbastanza corti, ma non da Chabo, si abbia un portamento naturale così basso che non sarebbe altrimenti giustificabile.
In effetti, guardando l’animale dall’alto, le punte delle penne della calzatura si vedranno fuoriuscire dal corpo nella sua parte anteriore.
Sempre dall’alto si potrà constatare l’allargamento e arrotondamento verso l’esterno della groppa, e la parte anteriore, che avrà la stessa larghezza della posteriore.
Questo è molto importante perché esaminando l’animale solo di lato, spesso, si dimentica queste caratteristiche senza le quali si avrebbero soggetti troppo stretti.
Di lato si può vedere un tronco profondo; il petto pieno, portato basso che quasi si appoggia al suolo – fra il petto ed il suolo non ci dovrà essere più di un dito -, avrà la forma di una semisfera che si protrae in avanti oltre la punta del becco, e che si unisce al piumaggio dei piedi, ai cuscinetti fino alle penne dello stinco che, nell’insieme, daranno alla linea inferiore la forma di una palla, leggermente sgonfia, che si appoggia al suolo.
Cuscinetti: parliamo adesso un po’ di questa parte del piumaggio. Se ne parla spesso anche nelle altre razze: a volte sono pregi e altre difetti, ma difficilmente assumono un’importanza come nella Cocincina Nana, pertanto è necessario sapere come sono strutturati e dove precisamente sono situati.
I cuscinetti sono quella parte del piumaggio che sale, nella parte posteriore, sia nel gallo che nella gallina, per arrivare fino ad un’altezza tale da coprire almeno le timoniere più basse. Le penne dei cuscinetti devono essere morbide, larghe ed abbondanti, tanto da far raggiungere, alla parte posteriore, la stessa larghezza del petto visto frontalmente.
La giusta quantità e qualità del piumino laterale allo stinco e al cuscinetto determineranno la linea arrotondata e ininterrotta richiesta.
Il piumaggio della zampa all’altezza dello stinco non deve essere assolutamente rigido, altrimenti darebbe forma a dei garretti d’avvoltoio che farebbero perdere morbidezza e di conseguenza rotondità. In effetti è errato dire che non ci devono essere garretti: ci devono essere, ma di morbido piumaggio e non come in genere li intendiamo. In poche parole non devono esistere spartizioni o interruzioni o restringimenti, ma tutto deve essere “armoniosamente” sistemato per dare quella pienezza necessaria.
Disegnando lateralmente un immaginario circolo intorno al soggetto, la groppa dovrà essere situata in alto, intorno ai tre quarti del circolo stesso. La testa è piccola e il collo corto, visivamente raccorciato dal ricco piumaggio, così da non alterare la forma rotonda. |
Posteriormente, la coda deve risultare ben chiusa e larga, e il ventre pieno di morbido piumino; la larga postura e i cuscinetti delle gambe ci daranno la stessa rotondità anteriore.
Le ali devono essere corte, formate da remiganti, primarie e secondarie, non troppo lunghe e il più larghe possibile. Ali lunghe, specialmente nei galli, nella maggioranza dei casi sono portate cadenti e questo è da considerarsi difetto; devono essere invece portate orizzontali, all’altezza della gamba, ben sistemate nel piumino sotto le lanceolate della sella; una leggera bombatura dell’ala favorisce la forma.
Se tutto quanto richiesto sarà presente si vedrà la tipica e caratteristica posizione tesa in avanti della Cocincina Nana, che valorizzerà la linea inferiore e quella del dorso.
La posizione del corpo è ideale quando la punta della cresta è sullo stesso piano del punto più alto della coda o un po’ al disotto.
Questo è appurabile solo in situazione di tranquillità ed è più facilmente ottenibile nella gallina che nel gallo, per questo sarà bene che il giudice valuti il soggetto prima di prenderlo in mano ed alterare la sua postura.
Piumaggio
Nella Cocincina Nana è soprattutto la struttura della penna che dà la forma. Per portare una buona espressione di “palla di piume”, la parte di piumino (almeno i tre quarti della penna) dovrà essere coperta dalla restante parte della piuma (un quarto), compatta, in modo che il colore del sottopiuma non sia assolutamente visibile sulla superficie.
Questo si può raggiungere più facilmente con una penna ben larga.
La pienezza del piumaggio può rendere gli animali più grandi di quello che in effetti dovrebbero essere, pertanto, si dovrà determinare che sia proprio questa pienezza a dare la mole; non vanno comunque bene soggetti troppo piccoli nei quali sarà difficile raggiungere le giuste proporzioni.
Piumaggio della Calzatura
La totale copertura dei tarsi si raggiunge con la posizione molto bassa dell’animale e attraverso un piumaggio molto ricco e soffice della gamba, del tarso e delle dita, che deve essere folto, completo e ben sviluppato.
Penne larghe, lunghe, non esagerate, ma soprattutto morbide, saranno presenti anche sul dito esterno e su quello medio. Una impiumatura solo accennata del dito medio non è assolutamente sufficiente. L’insieme della calzatura prende una forma a semicerchio, con le penne esterne voltate all’indietro.
Questo piumaggio deve essere curato, ma ciò nella Cocincina Nana non è difficile da ottenere.
Le piume del piede non crescono direttamente sul dito stesso ma da una specie di “rotoletto” di carne che si trova lateralmente al dito.Questo permette di ottenere una certa flessibilità e elasticità di queste penne e diventa più difficile la loro rottura o piegatura. Per preservare una calzatura curata sarà necessario allevare i nostri animali su abbondante truciolo, paglia o sabbia in un ambiente sempre ben pulito.
La forte impiumatura sul dito esterno può essere causa della mancanza dell’ultima falange: questo è da considerarsi come difetto, mentre su un dito completamente sviluppato la mancanza dell’unghia non causa svalutazione.
Prendiamo in esame le altre parti del corpo che, anche se contribuiscono in maniera minore alla forma, sono ugualmente importanti in fase di giudizio.
Testa
La testa proporzionalmente piccola, compatta e preferibilmente dotata di caratteristiche orientali – cranio abbastanza largo ed arcata sopraccigliare marcata -.
Occhi non troppo grandi, ma neanche troppo piccoli. Becco, da giallo a color corno, corto ma forte.
Cresta piccola, eretta nei due sessi, con quattro/cinque denti ben tagliati con base larga, proporzionalmente profondi e rivolti verso l’alto; il lobo, mai troppo sviluppato, segue la linea della nuca senza appoggiarvisi.
Bargigli proporzionati alla cresta, ben arrotondati, di tessitura fine e ben distesi – non aperti davanti – e senza pieghe verticali né tantomeno orizzontali: voglio ricordare che nella riunione E.E. a Pohlheim (D) del 28/03/2008 è stato deciso, per me giustamente, che la presenza di una o più pieghe orizzontali nei bargigli è da considerarsi difetto grave, anche se non da squalifica.
Il colore degli occhi, in tutte le colorazioni della Cocincina Nana è rosso, tollerato fino ad arancio. Nella colorazione Rossa si può tollerare anche leggermente più scuro, ma non fino a nero o grigio.
Può sembrare una banalità, ma il colore dell’occhio è invece una caratteristica importante: l’allevatore non dovrà inserire nel gruppo riproduttore soggetti con occhi troppo scuri, ed il giudice dovrà fare la nota, positiva o negativa, sul cartellino.
Colore dei Tarsi
Questa caratteristica, per la sua importanza, merita una particolare attenzione.
Da quando sono in avicoltura, a proposito della Cocincina Nana Nera (e colori derivati) ho sempre sentito voci discordanti sulla tolleranza del colore dei tarsi. Ma è così difficile avere i tarsi gialli come richiesti? E se è difficile, perché lo è?
Le Cocincine Nane devono avere tarsi, dita e piante dei piedi gialli. Questo però non è facilmente raggiungibile in tutte le colorazioni: ci sono delle difficoltà nella nera, nella serie delle blu, nella grigio perla e nella betulla.
Nel colore dei tarsi interagiscono diversi fattori genetici ed ambientali.
Il colore dei tarsi deriva dalla presenza – o assenza – dei carotenoidi e delle melanine, che, se presenti contemporaneamente (e a secondo della quantità, che è regolata da geni modificatori sconosciuti), danno luogo ad una diversa colorazione.
Una cosa interessante da conoscere è che il colore dei tarsi è determinato dal pigmento del derma – parte di tessuto connettivo che, unito all’epidermide, forma la pelle – e da quello dell’epidermide stessa, che può variare. Ad esempio un derma nero ed un’epidermide gialla daranno un tarso, a seconda della carica di pigmento, più o meno verde; mentre un derma giallo ed un’epidermide nera daranno un tarso giallo sporco.
Nella Cocincina Nana il derma, sottostante alle scaglie del tarso, deve essere sempre giallo: è una caratteristica comunque difficilmente appurabile, ma provata quando siamo in presenza di un tarso giallo.
Il problema è che, richiedendo il colore del piumino scuro, che è in stretta relazione con il colore dei tarsi, sarà ben difficile trovare soggetti con i tarsi belli gialli e un bel sottopiuma scuro.
Siccome però è più importante, per la bellezza del soggetto, che il piumino sia scuro, si deve obbligatoriamente essere tolleranti sul colore dei tarsi e non pretendere, in queste colorazioni, tarsi giallo puro. In effetti, nella maggior parte delle razze in cui nella colorazione nera sono richiesti tarsi gialli, è ammesso un piumino chiaro (si veda ad esempio l’Italiana).
Nell’ultimo aggiornamento del nostro standard abbiamo infatti richiesto tarsi nerastri per la colorazione nera, ma con pianta del piede gialla; analoga tolleranza, a mio avviso, dovrebbe essere estesa anche alle altre colorazioni sopra indicate.
Sono ben 25 le colorazioni riconosciute presenti nello Standard Italiano
Occorre a questo punto premettere che la forma e posizione prevalgono sul colore e disegno.
Non riporto i vari standard: un bravo allevatore dovrebbe averli e conoscerli alla perfezione; mi limiterò a dare quelle informazioni che ritengo più utili per la selezione.
Fulva
Ey/ey, Co/Co, Di/Di, cb/cb, s+/s+
Il fulvo della Cocincina nana fa parte della famiglia “ey” (Frumento Recessivo) associato ai seguenti altri geni modificatori: “Co” (Columbia) restrittore del nero; “Di” diluitore; “cb” (champagne blond) inibitore dell’oro “s+”.
Può sembrare una colorazione facile, ma non è assolutamente così.
Nella selezione occorre fare molta attenzione e intervenire prontamente ad un riequilibrio qualora si veda che parte del rachide diventa bianco: è il primo campanello d’allarme di un fulvo che si schiarirà sempre più. Sfumature bianche nelle remiganti, sia primarie che secondarie, sono già fortemente da penalizzare: se non si interviene, si arriverà ad averle su tutto il piumaggio.
Il fulvo comunque deve essere uniforme: marezzature andranno penalizzate a seconda della loro intensità. Nel gallo, mantellina, copritrici delle ali e lanceolate della groppa devono essere molto brillanti, così come la sella . Una sfumatura bronzea nella coda del gallo è tollerata.
Nera
Il nero deve essere intenso e, specialmente nel gallo, con riflessi verdi. |
Bianca
L’albinismo fra i volatili è molto raro. Il bianco, che non sia l’albino, non è propriamente un bianco, ma è più un’assenza di colore.
Esiste il bianco dominante “I/I”, presente nella Livorno, che inibisce tutti i colori meno il dorato – e con questo possiamo selezionare la “Pile” -, ed il bianco recessivo “c/c”, che è il più comune, presente nella Cocincina Nana, ma anche nella Wyandotte Nana e nella maggior parte delle razze.
Questo gene, se omozigote, sopprime sia il rosso che il nero: non potremo pertanto selezionare il “Pile”.
Incrociando Cocincine Nane bianche con le nere non portatrici di bianco in “F1”, avremo tutti soggetti neri portatori di bianco: questa è la prova che le nostre Cocincine Nane portano nel loro bagaglio ereditario un inequivocabile bianco recessivo che manca della capacità di produrre pigmento.
La Cocincina Bianca non ha quindi né il fattore di soppressione del colore né il fattore per la formazione del colore nel suo bagaglio genetico.
Incrociando tra loro soggetti neri portatori di bianco recessivo si avrà una prole eterogenea: 25% bianco puro, 25% nero puro e 50% nero portatore di bianco. Si dovrà fare attenzione ad usare il 75% dei soggetti neri ottenuti, perché sarà difficile stabilire quali saranno i puri e quali invece i portatori.
Tutte le colorazioni bianche della varie razze, con poche eccezioni, si sono formate col venire a mancare di uno dei fattori ereditari della formazione del colore. La colorazione bianca può perciò servire a migliorare la forma di qualsiasi colorazione, ma ovviamente non a migliorarne il colore.
Se invece si vuole migliorare le bianche, è bene incrociarle con le nere: si avrà, come abbiamo appena detto, in F1 tutta la prole nera, ma nelle generazioni successive riaffiorerà geneticamente il bianco, portando un miglioramento alla colorazione, e, se necessario, usando soggetti super, anche alla forma. Anche la colorazione Sparviero porterà miglioramenti al bianco delle nostre Cocincine Nane, perché il fattore argento darà una particolare brillantezza al piumaggio. Esistono, nel bianco recessivo, due diverse caratteristiche dalle quali gli allevatori possono trarre delle conclusioni.
A seconda del colore del rachide delle penne che spuntano si potrà prevedere la qualità del bianco. Quello bluastro è ben visto in quanto promette una purezza di colore, mentre quello giallastro porterà sfumature paglia sulla mantellina, dorso e sella dei galli, che aumenteranno in condizioni ambientali sfavorevoli come alimentazione ricca di carotenoidi e esposizione al sole prolungata durante la giornata.
Fino ad oggi non è ancora del tutto chiaro se in questo caso si tratti dell’azione dei lipocromi (colori grassi). Comunque è sicuro che i soggetti bianchi e bianco-argento non devono essere nutriti troppo con mais o alimenti oleosi perché questi favoriscono sfumature giallastre.
Blu
Oltre che per la Blu unicolore, gli accoppiamenti che seguono vanno bene per tutte le colorazioni, o disegni, dove invece del nero si voglia il blu.
Si deve sempre considerare che le percentuali indicate vanno bene per grandi numeri: se si fanno nascere 4/5 pulcini possono venire anche tutti uguali.
Si richiede un blu uniforme, senza orlatura, a parte le classiche parti del gallo – testa, mantellina, copritrici delle ali e sella – che saranno più scure fino ad nero vellutato; anche la mantellina della gallina sarà un po’ più scura, senza però arrivare all’intensità del gallo.
Nella selezione tenere conto quindi della giusta intensità e della pulizia del mantello nei due sessi. Si perdoneranno comunque piccole mancanze di uniformità se nerastre e se non troppo estese.
Maschio nero (bl+/bl+) Femmina blu (Bl/bl+) |
50% nero 50% blu |
Maschio blu (Bl/bl+) Femmina blu (Bl/bl+) |
25% nero 50% blu 25% splash |
Maschio nero (bl+/bl+) Femmina Splash (Bl/Bl) |
100% blu (Di cui 50% giusta tonalità, 25% troppo chiari e 25% troppo scuri) |
Non si potranno avere Blu incrociando Bianco e Nero. Se questo succede è perché nel bagaglio genetico della Bianca è presente il gene Bl, che incrociato con la Nera darà il 50% di blu (e il 50% di bianco dominante con tracce nere).
Grigio Perla
Molti associano questa colorazione alla Blu, credendo addirittura che un soggetto di tonalità blu chiaro, o addirittura uno splash, sia un Grigio Perla. Non è assolutamente vero, basta guardare le due formule genetiche.
Quella del Grigio Perla è “E/E-lav/lav” e, come abbiamo visto nella precedente colorazione, l’altra è ben diversa.
È dunque merito del gene recessivo “lav” (lavender-lavanda) che, se omozigote, diluisce bene sia il nero che il rosso/bruno.
Il nero diventa grigio perla ed il rosso beige o frumento; è lo stesso gene che determina il cambiamento della Millefiori in Porcellana – ora chiamata “Porcellana Isabella” – (nella Nana Calzata ad esempio). Il colore grigio perla si presenta più uniforme del blu in quanto non presenta tracce nerastre, se si fa eccezione per rare e sottili barre nella mantellina, che sono da considerarsi una normale espressione del genere “lav”.
Inutile dire che non si devono incrociare mai le due colorazioni né usare, come riproduttori, soggetti che abbiano una provenienza dubbia.
Il rachide nella Grigio Perla è dello stesso colore del mantello, mentre, se ci fosse stata una intromissione di blu, il rachide sarebbe più scuro.
Può succedere che polli neri, specialmente nella Cocincina nana, siano portatori di un solo gene lav, che, in dose singola, non si esprime. Ma se nei futuri accoppiamenti consanguinei si verificasse un’omozigosi, si avrebbe la sorpresa di avere, dalla coppia nera, soggetti Grigio Perla.
Questo gene è associato ad un gene responsabile di un piumaggio meno rigido, pertanto molto utile per la nostra razza.
Se nella mantellina dei galli sono presenti sfumature paglia sta a significare che il gene “E” (“E” come “Estensore del Nero”) è presente allo stato eterozigote invece che omozigote.
Rossa
eb/eb, Co/Co, Mh/Mh, s+/s+
Il rosso della Cocincina Nana fa parte della famiglia “Perniciata”, diverso da quello ad esempio della Rhode Island, che rientra invece nella famiglia “Frumento Recessivo”.
La sua formula genetica è eb/eb, Co/Co, Mh/Mh, s+/s+.
Il colore è quindi dovuto all’associazione del gene “eb” del perniciato col gene “Co” che restringe il nero e “Mh” responsabile del colore mogano.
Il rosso deve essere intenso, ma non troppo scuro come nella Rhode island, e molto lucente. Il gene “Co” può non lavorare bene, pertanto, tracce di fiamme nere nella mantellina, tracce nere nelle remiganti e coda nerastra sono ammesse. Ripeto: ammesse, ma non richieste.
Nera Picchiettata Bianco
Se si associa il gene “mo” (dall’inglese mottled= picchiettato) al nero “E/E” si crea una perla bianca a forma di “V” all’estremità della penna. Quando il gene “mo” è eterozigote si avranno soggetti neri con qualche rara traccia bianca sulla nuca, remiganti e sulla calzatura. |
Personalmente non ho mai visto una Cocincina Nana con un disegno perfetto; del resto non è augurabile che, per ottenere un buon disegno, si debba tralasciare la forma. Pertanto, si deve essere tolleranti nella disposizione e nel numero delle perle, come anche nella loro forma.
Tenere in considerazione che la perlatura aumenta di misura con l’età del soggetto, pertanto preferire, in soggetti giovani, la scarsità all’abbondanza.
Purtroppo il giudizio non potrà mai avere una formula matematica e saranno sempre la sensibilità e la tolleranza del giudice a decidere, e non sempre saranno le stesse.
Collo Oro
Dorata Frumento
Perniciata a Maglie Nere
La colorazione Perniciata a Maglie Nere non è ancora presente nello standard italiano, né in quello europeo, ma penso lo sarà presto, in quanto consultando la lista delle razze e colorazioni riconosciute nei vari Paesi E.E. figura nella maggior parte dei Paesi come Germania, Olanda, Francia, Belgio e altri; per questo la inserisco nel gruppo.
Alcuni anni fa, in un mio articolo sulla Wyandotte Nana, mettevo a fuoco la possibilità di incorrere in errore in queste colorazioni, a causa della somiglianza fenotipica del mantello dei galli, sia per il colore che per il disegno. Il problema si presenta in tutte le razze, quindi anche nella Cocincina Nana, pertanto penso sia giusto riparlarne, anche se brevemente.
Queste difficoltà possono insorgere sia nella scelta dei riproduttori che nel giudizio. È bene fare attenzione: ci si può trovare ad incrociare, inconsapevolmente, due colorazioni diverse, con risultati prevedibili.
Per ben riconoscere, e di conseguenza ben selezionare e giudicare, queste tre colorazioni è necessaria la conoscenza delle giuste tonalità del colore di ognuna. Purtroppo si tratta di sfumature che mal si possono descrivere e devo ammettere che, se non si ha avuto la possibilità di confrontarle dal vivo, non è molto facile riconoscerle. Questo confronto, malauguratamente, è difficile in Italia perché raramente tutte saranno presenti alle esposizioni contemporaneamente.
Il gallo della Perniciata a Maglie Nere deve avere una evidente orlatura bruna nel petto: purtroppo, a volte, in alcuni soggetti è scarsa, appena accennata o addirittura assente. Si deve anche valutare bene l’intensità del piumaggio color oro, che cambia a seconda delle parti del corpo. Altra caratteristica molto importante e di facile riconoscimento è la fiamma divisa bilateralmente lungo la rachide da una striscia color oro, che invece è difetto grave nella Collo Oro.
Il gallo Collo Oro ha comunque toni più intensi ed è quindi più ricco di contrasti; il petto sarà invece nero intenso senza tracce di bruno, le fiamme ben marcate e completamente nero intenso.
La Dorata Frumento invece è più facilmente riconoscibile in quanto i toni sono arancio dorati, ma soprattutto per l’assenza delle fiamme nella mantellina e nelle lanceolate della sella; ma qui può trarre in inganno il leggero disegno brunastro “ammesso” nel petto.
Insomma non comprare a casaccio, ma valutare attentamente ciò che ci dobbiamo portare a casa.
Nelle femmine non ci sono problemi: il disegno delle Perniciate a Maglie ha una pluriorlatura nera su un fondo bruno/dorato o grigio/blu fino a grigio/acciaio a seconda della colorazione.
Il disegno, dove richiesto, deve essere ben netto, preferibilmente anche nelle parti difficili come i fianchi e le gambe.
Quanto sopra descritto vale ovviamente anche per la Collo Argento, Perniciata Argento a Maglie Nere dove i colori oro e bruno dorato sono sostituiti dal bianco argento; qui incontriamo minori difficoltà di valutazione in quanto il bianco argento ha, in tutto il mantello, una tonalità unica; ma occorre fare più attenzione a quelle caratteristiche che la contraddistinguono: orlatura sulla parte esterna della penna del petto e fiamma come la Perniciata a Maglie Nere, cioè con lancia bianca a ridosso del rachide.
Nell’Argentata Frumento invece, per fortuna, nel gallo si ha nella testa, mantellina, sella e copritrici dell’ala dei toni da giallo a rosso arancio che non danno adito a dubbi.
Un difetto molto comune nella gallina, specialmente nelle Perniciate a Maglie, è che il disegno del petto e dei fianchi sia poco marcato o irregolare. Per ovviare a questa mancanza occorre scegliere dei galli che, oltre ad una buona forma, struttura corporea e posizione, abbiano anche ben marcate particolarità che li differenziano dagli altri, anche in maniera esagerata, perché in tal caso avranno più influenza sul disegno della gallina.
Fasce Brune
Questa colorazione, pur essendo presente nello standard europeo, non è molto comune alle mostre. Qui la differenza nel gallo non lascia dubbi: bruno/dorato carico con rachide dello stesso colore; l’intensità può variare, ma deve assolutamente essere uniforme.
Nella mantellina sono presenti, nella parte bassa, penne con disegno simile alla gallina, perlopiù nascoste dal resto del piumaggio; tracce di nero ammesse nelle remiganti, nelle gambe e nel ventre; coda nera.
Importante è la colorazione del piumino, che ha la prima parte grigio/nero per poi divenire, alla radice della penna, bruno/dorato carico.
In questa varietà non si deve essere eccessivamente esigenti nella colorazione del gallo, il quale, con l’intensità del mantello e la colorazione del piumino, gioca un ruolo di riserva di pigmento per avere galline con un disegno ben chiaro su un fondo uniforme.
Qui l’attenzione va invece concentrata sulla gallina, che ha un disegno molto simile alla “Perniciata a Maglie Nere”. In questa colorazione la tonalità del colore di fondo è richiesta bruno giallastro, mentre nell’altra è richiesta da oro (nella testa) a oro carico nella mantellina, fino a bruno dorato nel mantello.
Qui il disegno, su ogni penna, è particolarmente marcato, anche nelle gambe, cosa solo “preferibile” nell’altra colorazione. Il rachide è bruno dorato, mentre nella Perniciata a Maglie si alterna prendendo il colore del disegno. Il piumino è grigio/bruno.
Blu Collo Oro
Non ho incluso nel gruppo questa colorazione perché è l’unica di quelle sopra descritte che abbia il blu al posto del nero: il giorno in cui verrà però riconosciuta anche la Perniciata a Maglie Blu si presenterà lo stesso problema sopra descritto.
Per gli accoppiamenti vale quanto detto per la colorazione Blu.
Nelle galline Collo Oro, Collo Argento e Blu Collo Oro c’è da fare una precisazione: nello standard europeo di lingua francese, queste varietà della Cocincina Nana (e della Wyandotte Nana) vengono chiamate “Perdrix Doré” (Perniciata Dorata), “Perdrix Argenté” (Perniciata Argentata) e “Perdrix Bleu” (Perniciata Blu), mentre le stesse colorazioni, che noi continuiamo a chiamare Collo Oro ecc., vengono chiamate, nell’Italiana ad esempio, “Saumon Doré Brun”.
C’è ovviamente una ragione: nella Cocincina Nana (e nella Wyandotte Nana) si hanno le sfumature più scure; il disegno del rachide qui non è richiesto evidente, anzi è difetto se presente, ed è richiesto un colore uniforme bruno dorato o grigio argento su tutto il mantello, petto compreso; non, come nelle altre razze, color salmone o ruggine.
Le galline hanno la mantellina come quella del gallo ed un colore di fondo grigio/bruno o grigio/argento o bruno/oro chiaro a seconda della colorazione. Sarà presente una pepatura fine ed uniformemente distribuita su tutto il mantello; addensamenti che danno forma ad un qualsiasi disegno sono da penalizzare. Come abbiamo detto, nessuna orlatura né rachide evidente.
Va anche precisato che nella Blu Collo Oro tutte le parti nere saranno blu più o meno intenso; attenzione!: pepatura compresa.
Betulla
Petto Arancio
La Petto Arancio non è presente ancora nel nostro standard per la Cocincina Nana: l’ho inserita in questa ricerca perché mi risulta presente in Belgio, e che uno, o forse più, allevatore italiano alleva questa colorazione.
Nel nostro standard, nella parte generale delle colorazioni, si hanno queste colorazioni tutte sotto la denominazione Betulla: è da non molto che il CTS ha fatto le dovute modifiche in quanto, con betulla, si intende il colore (bianco) del disegno, valido solo per la nera a disegno bianco; per le altre si è preferito riportare la stessa denominazione della maggior parte dei paesi europei, cioè Petto Arancio, e Blu Petto Arancio.
Fanno comunque tutte parte della famiglia della colorazione “Nero Ramata”, che è, dopo la nera, la colorazione più dominante delle mutazioni derivanti direttamente dal pollo selvatico.
La formula genetica della Nero Ramata è: Er/Er (“r” sta per brown red). Nella Betulla è presente il gene “S” che inibisce il pigmento rosso con il bianco argento; nella Blu si troverà anche il gene “Bl” eterozigote.
È una colorazione che ha un’alta carica di pigmento, fare pertanto attenzione che la faccia sia rossa e non nerastra come si può trovare in questa colorazione nelle razze Ardennese Nana o nella Combattente Inglese Moderno Nana.
È la colorazione classica della razza francese Marans, ma qui non è così selezionata come nelle altre razze, e si assisterà pertanto ad un disegno del petto abbastanza eterogeneo.
Il triangolo dell’ala deve essere assolutamente nero intenso. In alcune razze, come ad esempio la Chabo, il petto è interamente nero senza orlatura: questa colorazione prende il nome di Nera Argento o Nera Oro.
Nella Cocincina nana, sia la Betulla che la Petto Arancio avranno sul petto una chiara orlatura. Questa caratteristica va attentamente controllata ed equilibrata nella selezione: non deve scendere al di sotto della metà gozzo, sia nel gallo che nella gallina, e non deve essere troppo pesante, ma limitarsi ad una finissima orlatura di ugual spessore su tutto il perimetro della penna.
Nei soggetti di più anni è tollerata un’orlatura più pesante e che scende un po’ più in basso.
Bianca Columbia Nero
Bianca Columbia Blu
Fulva Columbia Nero
Fulva Columbia Blu
eeb/eb, Co/Co
Quattro varietà a disegno Columbia. Sì, perché così si chiama il disegno, dalla città americana dove fu esposto, per la prima volta, nella razza Wyandotte.
La formula genetica è: eb/eb, Co/Co. Qui il gene columbia è più forte e oltre a circoscrivere, sia nel gallo che nella gallina, il nero nella coda e nella mantellina, dà alla feomelanina una tonalità fulva. Se alla formula suddetta si aggiunge S/S, si trasforma il fulvo in bianco.
Una caratteristica comune in tutte è, disegno a parte, il colore del piumino: da grigio a grigio chiaro. Nel nostro standard è richiesto così nelle due varietà bianche, nero e blu, mentre nelle due fulve è richiesto giallo chiaro.
Non so se è giusto richiederlo giallo chiaro e non mi ricordo la ragione per la quale abbiamo fatto questa distinzione. Anche lo standard europeo lo richiede nelle due fulve grigio chiaro.
Il discorso non è semplice, ma, anche se in breve, è giusto che gli allevatori sappiano come comportarsi nella selezione: dare la preferenza a riproduttori con piumino giallo o grigio? Meglio se grigio chiaro o scuro?
La situazione è poco chiara anche in E.E. e non credo che anche la commissione standard europea abbia le idee ben chiare.
Tutto è partito dalla Sussex Bianca Columbia Nero, di chiara origine inglese, dove è richiesto un piumino bianco. Per adeguarsi al fatto che è il Paese di origine a dettare legge, ecco che l’E.E. ha, in una riunione, modificato la richiesta da piumino grigio a bianco. Il fatto che questa discussione riguardi la Sussex poco importa, perché nella pratica riguarda tutte le razze in queste colorazioni.
Il disegno columbia è un disegno ben preciso e va rispettato anche nelle zone ricoperte dal piumaggio e quindi non in vista.
Uno dei problemi che il piumino grigio potrà dare nella Cocincina Nana è che, avendo una penna con molto piumino (circa i ¾ della penna stessa), può succedere che il suo colore affiori sulla superficie determinando così delle antiestetiche ombreggiature grigiastre che rovineranno l’insieme richiesto bianco o fulvo.
Ecco perché la penna deve essere larga e con barbule ben strutturate.
Allora, se questo è il problema, perché non chiedere un piumino bianco?
La ragione c’è. Le remiganti primarie e secondarie sono richieste con la parte esterna bianca e quella interna nera. Questo è ottenibile solo con un piumino grigio più o meno scuro. Con un piumino bianco si avranno remiganti solo biancastre con tracce irregolari nere su tutta la penna e la mantellina non avrà mai il disegno nero intenso e brillante richiesto.
Il piumino determina una riserva di pigmento nero – come del resto anche le macchie nere irregolari nella parte alta del dorso nascosto dalla mantellina – che giocherà a favore della lucentezza e intensità del nero.
Personalmente sono dell’opinione che sia giusto richiedere un buon disegno columbia in tutte le sue parti e essere tolleranti sull’intensità grigia del piumino. Nelle colorazioni columbia accettare piumino grigio più o meno intenso, ma non penalizzare mai un soggetto per il piumino, in presenza di un ottimo disegno.
La bellezza di questa colorazione, forse la mia preferita, è dovuta proprio al contrasto dei colori: pertanto è bene fare il possibile per renderlo più evidente.
Argento Orlata Nero
Oro Orlata Nero
Ho già trattato ampiamente queste due colorazioni in un articolo sulla Wyandotte (Notiziari Avicoltura/Avicultura Anno VI-N° 22 – Aprile-Giugno 2007 oppure http://www.fiav.info/html/5cts/cts034.html), inutile perciò riportarlo per intero: non avendo altro da aggiungere, vi consiglio di consultarlo in quanto lo ritengo molto interessante.
Si deve considerare che fino a poco tempo fa la quasi totalità dei soggetti presentati alle nostre mostre difettavano maggiormente di forma. Negli ultimi anni si è assistito però ad un miglioramento che ci auguriamo continui.
Consiglio dunque ai giudici di essere un po’ più tolleranti che nelle altre colorazioni, senza esagerare però quando la forma ne viene troppo a soffrire.
Millefiori
eb/eb, mo/mo, Co/Co
Appartiene alla famiglia Perniciata.
Formula genetica: eb/eb, mo/mo, Co/Co. Qui il gene “mo” ricopre perfettamente il suo ruolo, più che nelle varietà picchiettate, poiché è responsabile non solamente della punta bianca, ma anche della macchia nera all’estremità della penna. Il gene columbia è invece responsabile del restringimento del nero, dando così modo al rosso di espandersi.
Anche qui vale lo stesso discorso fatto per la colorazione Nera Picchiettata di Bianco, che si può riassumere così: tolleranza nel disegno, specialmente nel gallo. Posso aggiungere che in questi disegni si deve fare una selezione di equilibrio sia per la disposizione del disegno, che per la grandezza delle perle, che per numero e disposizione.
Colorazioni a disegno sparviero
Tre sono le colorazioni a disegno sparviero riconosciute nello standard italiano:
Sparviero
Sparviero Fulvo
Sparviero Grigio Perla
Diventano quattro con l’Autosessabile, che aggiungo perché già presente nello standard europeo. Una curiosità: perché in alcuni Paesi è chiamato Sparviero ed in altri Coucou? Semplice: perché in alcuni si prende come soggetto di comparazione lo Sparviero ed in altri invece il Cuculo, due uccelli con il piumaggio a disegno barrato.
Il disegno Sparviero si può considerare un Barrato impreciso in quanto le barre non sono dritte e la divisione fra nero e blu chiaro non netta: questa diversità è dovuta a dei geni modificatori sconosciuti.
Il disegno si deve al gene “B”, un gene legato al sesso: il piumaggio dei galli B/B (omozigote) ha delle barre chiare che sono più estese (il doppio) di quelle nere rispetto ai galli B/b+ ed alle femmine B/+ (eterozigoti).
In effetti, agli albori della Plymouth Rock – la “Barrata” perfetta -, le varietà erano due: una a barra larga ed una a barra stretta. Questo era dovuto al fatto che tutti possedevano lo stesso gene della barratura, ma presentavano anche una diversa quantità di geni modificatori. Oggi queste due linee si conoscono come Plymouth Rock e Amrock, e mantengono ancora più o meno le stesse caratteristiche.
Ho pensato e cercato molto su cosa consigliare agli allevatori di questa colorazione; la spiegazione più chiara e concorde a tante altre l’ho rilevata, come spesso mi succede, sul sito “Summagallicana” del dott. Elio Corti, e qui la riporto:
Maschio barrato omozigote (B/B) Femmina barrata (B/-) |
Si avrà il 100% soggetti barrati 50% maschi barrato chiaro 50% femmine barrato |
Maschio barrato omozigote (B/B) Femmina nera (b+/-) |
50% maschi barrato scuro 50% femmine barrato |
Maschio barrato scuro (B/b+) Femmina barrata (B/-) |
25% maschi barrato chiaro 25% maschi barrato scuro 25% femmine barrato 25% femmine nere |
Maschio nero (b+/b+) Femmina barrata (B/-) |
50% maschi barrato scuro 50% femmine nere |
Per “barrato scuro” si intende la barratura richiesta per la gallina (eterozigote); per “barrato chiaro” quella richiesta per il gallo (omozigote).
Ho avuto modo di vedere soggetti (Livorno) nati dall’incrocio gallo barrato omozigote con gallina nera, e devo dire che nei due sessi il disegno è abbastanza buono su tutto il mantello, meno che sulle remiganti, primarie e secondarie, che appaiono invece quasi senza barratura. Ho notato anche che non tutti i soggetti, indipendentemente dal sesso, hanno sul resto del piumaggio la stessa nitidezza nel disegno. Si potrà comunque migliorare negli incroci successivi.
Standard Autosessabile
Personalmente la chiamerei “Autosessata”, mi sembra più giusto.
Qui il gene “B” del barrato agisce su un colore di base dorato. Riporto lo standard fedelmente tradotto dello quello europeo:
Petto, ventre, gambe, remiganti primarie, coda | grigio sparviero. |
Mantellina | giallo rossastro con fiamme grigie e disegno sparviero grigio/bianco. |
Lanceolate della sella | dorate con fiamme grigie e disegno sparviero grigio/bianco. |
Dorso, spalle e copritrici delle ali | rosso dorato intenso con leggero disegno sparviero. |
Remiganti secondarie | con barbe interne grigie, barbe esterne con ondulazioni grigi/bianco/giallo, formano il triangolo dell’ala tricolore. |
colore di fondo | bruno dorato con disegno sparviero grigio opaco. Leggere tracce di ruggine ammesse nelle ali. |
Mantellina | dorata con fiamme grigie e disegno sparviero grigio bianco. |
Remiganti secondarie | come il piumaggio del mantello. |
Remiganti primarie | sparviero grigio. |
Coda | grigio/bruno scuro con lapissatura nerastra. |
Piumaggio dei tarsi | come il piumaggio del mantello. |
Nei due sessi il disegno sparviero non è molto netto in ragione della morbidezza del piumaggio e il sottopiuma ha solo un leggero disegno sparviero.
Gallo: | colore del petto mischiato a giallo; remiganti secondarie non tricolori. |
Gallina: | assenza del colore di fondo e della lapissatura bruno dorata; petto troppo chiaro o color salmone. |
Gallo e gallina: | disegno sparviero assente o molto irregolare; tracce farinose. |
Anche in quest’ultima colorazione è basilare la conoscenza delle tonalità.
Nel gallo, in cui si richiedono tre tonalità diverse (mantellina: giallo rossastro – sella: oro – dorso e copritrici delle ali: rosso dorato) che non devono essere né più intense né più tenui di quanto richiesto: sarà necessario farci l’occhio e non dare per scontato che siano quelle giuste.
Il triangolo dell’ala deve essere assolutamente tricolore – grigio, biancastro e giallo -: questa è una caratteristica non troppo facile da ottenere.
Il piumino deve mantenere il disegno, anche se solo accennato, fino alla base della penna.
Per la gallina posso dire che il colore di fondo deve seguire la tonalità, in linea di massima uguale per quasi tutte le razze, della colorazione perniciata (cambia ovviamente il disegno).
Nella gallina Autosessabile deve essere presente una “sparvieratura” debole, non troppo evidente e non troppo definita. I colori che si alternano sono grigio ardesia e grigio chiaro; non bianco, che darebbe un taglio netto non richiesto.
Le due intensità di grigio si mischiano leggermente nella linea d’incontro.
AVVISO!
Non vi dico di prendere tutto ciò che questa monografia contiene per “oro colato”. Pertanto, se su qualcosa non siete d’accordo, o se nella pratica alcuni dei miei “consigli” sono risultati non perseguibili, vi prego comunicarmelo così da potermi permettere di indagare e se necessario mettere al corrente, tramite questo stesso mezzo, tutti gli allevatori di Cocincina Nana.
Fabrizio Focardi
Bibliografia:
- Standard Italiano delle Razze Avicole
- Dott. Elio Corti-Summa Gallicana
- Standard des volailles de race pour l’Europe (E.E.)
- Gefluegel- Boerse
- Der Kleintier-Zuechter/Gefluegel Zeitung