di Fabrizio Focardi

Credo che tutti conosciate il dott. Elio Corti. Per chi non lo sapesse, è a lui che dobbiamo l’incommensurabile lavoro “Summa Gallicana”: un’opera in rete, consultabile da tutti e indispensabile a chi, come noi, ha l’hobby dell’avicoltura; senza la quale l’affascinante mondo della “genetica del pollo” sarebbe, almeno per me, un mondo oscuro.
Il dott. Corti non perde occasione per ricordarmi che se oggi esiste Summa Gallicana un po’ è anche “colpa” mia: se questo fosse vero, anche per un infinitesimale contributo, ne sarei onorato e orgoglioso.
Penso che sia l’opera a tutt’oggi più completa sull’argomento, che tratta la materia in maniera esauriente e soprattutto facilmente comprensibile.
In una delle occasioni in cui ci siamo sentiti mi ha segnalato due “chicche-novità” presenti nel sito: la prima, curiosa e simpatica, in omaggio a Walt Disney, che, nel film d’animazione “Fantasia”, si era ricordato l’antenato del pollo: l’Archaeropteryx.
Lo volete vedere anche voi? Andate a questa pagina e cliccate sulla pellicola.

La seconda è molto interessante da un punto di vista storico e culturale, ma anche campanilistico – o meglio “patriottico” – perché accerta che in Italia è esistita la prima gallina “creeper” descritta dalla letteratura: “La gallina monstruosa del senatore bolognese Fulvio Antonio Marescalchi”.
Questa “mostruosità” il dott. Corti l’ha chiamata “Gallina bassotta bolognese”, e vedremo in seguito perché.
Chi conosce il dott. Corti sa bene che non lascia nulla al caso. È per lui normalità sviscerare l’argomento che gli interessa: si conosce la partenza, ma non si sa mai dove potrà arrivare.
Grazie a questa sua preziosa “mania” ha trovato quello che fino ad oggi nessuno era riuscito a trovare, o perlomeno nessuno l’aveva reso noto.

Bartolomeo Ambrosini (Bologna 1588-1657) esimio successore di Aldrovandi e prefetto dell’Orto Botanico bolognese dal 1620 al 1657, quindi, a partire dall’anno successivo alla morte di Uterverius.

Nella letteratura antica – a partire da Aristotele, Columella e Plinio, e nella più recente di Longolius e Gessner – mai fu fatto cenno ad un pollo affetto da acondroplasia: malformazione genetica che comporta un grave difetto di sviluppo delle cartilagini – e quindi delle ossa – ed è causa di nanismo.

Dalle sue ricerche, ampiamente documentate, il dott. Corti ritiene verosimile che questa mutazione abbia avuto origine in Cambogia e, dopo aver raggiunto le Filippine, sia arrivata in Europa portata dagli spagnoli.
In Germania dette vita alla razza chiamata Krueper, in Scozia alla Scots Dumpy e, naturalmente, come al solito, in Italia si limitò a raggiungere, chissà come, il pollaio bolognese del senatore Fulvio Antonio Marescalchi, per poi sparire nel nulla, come si suol dire: senza lasciare traccia; almeno fino a che il dott. Corti……

Dove l’ha scovata una notizia del genere il dott. Corti? Precisamente a pagina 562 del “Monstrum historia” di Ulisse Aldrovandi, pubblicato postumo da Bartolomeo Ambrosini nel 1642.

La notizia fu inserita nel capitolo dedicato ai soggetti dotati di piedi “mostruosi” – Mulitiplicatio Pedum in Foetibus Avuim -, anche se la nostra gallina era dotata di piedi normali. Ma, per l’anomala struttura del tarsometatarso, il suo incedere era del tutto anormale e questo le è bastato per assicurarsi la sua inclusione fra i “mostri”.
L’ha chiamata “bassotta”: termine nuovo per l‘avicoltura italiana, ma forse il più chiaro per far capire subito ciò di cui si parla, e di cui ci dà ampia spiegazione.
Chiamarla “nana” poteva creare confusione, come è successo in passato con le molteplici razze nane autentiche e miniature, le quali sono così definite solo per la mole ridotta, e non per la cortezza degli arti.

Che il caso di cui si parla sia un caso di acondroplasia è indubbio. Bartolomeo Ambrosini ci dà una descrizione anatomica dettagliata e indiscutibile: si tratta di una gallina a tarsi corti ma, come scrive il dott. Corti, presenta anche un aggancio inconfutabile: la letalità embrionale dovuta all’omozigosi per il gene dell’acondroplasia, nonché un aggancio puramente iconografico con la cresta semplice, il cui gene risiede sul cromosoma 2 tanto come Cp e Mp, presenti nelle nostre razze a gambe corte come la Chabo e la Scots Dumpy.
Ecco la traduzione del testo di Ambrosini, che riporto integralmente:

« Prima di abbandonare la famiglia dei polli non voglio passare sotto silenzio una gallina mostruosa che di questi tempi viene allevata come cosa degna giustamente di ammirazione a casa dell’illustrissimo e molto saggio senatore bolognese Fulvio Antonio Marescalchi.
Questa gallina è di colore grigio tendente al fulvo, senza coda e con portamento eretto come gli esseri umani, cammina sulle cosce che si sono abbassate fino a livello del piede come si può vedere nell’immagine 13: e sembra giusto descriverla a questo punto non in quanto dotata di piedi mostruosi, ma perché non può camminare in altro modo a causa della struttura deforme degli arti inferiori.
Infatti il celeberrimo Giovanni Antonio Godio, assai esperto in anatomia, dopo aver palpato ed esaminato con attenzione gli arti di questa gallina, ha riscontrato che le cosce sono più lunghe della norma, e che quelle ossa senza nome – il tarsometatarso – hanno una conformazione patologica: per cui questo animale è costretto a spazzare la terra con il sedere e a camminare in un certo senso eretto.
Sì che depone uova, ma per lo più non schiudono, come molto gentilmente mi ha riferito l’illustrissimo Giovanni Francesco Marescalchi fratello del senatore, e ritengo che ciò accada a causa dell’anormale conformazione anatomica delle predette strutture, come pure per lo sterno che è stato visto essere più lungo del solito, in quanto questo soggetto, dal momento che si muove continuamente in modo goffo, altrettanto spesso incorre nell’aborto. »

 

Guardando il disegno, e leggendo attentamente quanto ha scritto Bartolomeo Ambrosini, mi colpisce la verticalità della posizione: caratteristica anomala nelle razze che oggi conosciamo, fatta eccezione per alcune razze combattenti, ma nessuna di queste affetta da acondroplasia. In queste ultime invece la posizione del tronco è sempre orizzontale (Chabo, Scots Dumpy, Krueper, Courtes Pattes). Mi sorprende anche che sia priva di coda, e mi interesserebbe saperne la ragione: forse era anura? Ma non si parla di assenza delle vertebre caudali. Oppure aveva una coda talmente ridotta da sembrare inesistente? O, ancora: c’era una coda ma, a causa del portamento del tronco, non gli si dava la possibilità di crescere per il continuo sfregamento al suolo? Difficile avere una risposta.
Sta scritto che Giovanni Antonio Godio, dopo palpazione della gamba (coscia), l’abbia definita “più lunga della norma”: intendeva forse più lunga di una gamba normale?, oppure, qualora avesse avuto occasione di vedere altri soggetti acondroplasici, più lunga paragonata a questi?
Dalla sua descrizione sembra che il tarsometatarso non esistesse, o che fosse talmente ridotto da far sembrare il piede attaccato alla gamba.

La posizione eretta si giustificherebbe se gambe normali fossero posizionate sul treno posteriore: in un articolo, di un giudice tedesco sulle anatre, sta scritto che il portamento eretto è dovuto al posizionamento dei tarsi molto indietro, altrimenti la posizione eretta non sarebbe possibile per una mancanza di equilibrio.
Questo giustificherebbe anche il fatto che lo sterno potesse apparire molto più lungo.
Ma con un paio di gambe più lunghe della media sono sicuro che non avrebbero fatto strisciare il ventre al suolo, anche in presenza di un tarso supercorto.
Vedo i miei Malesi che hanno sì una posizione verticale, ma anche senza tarsi non arriverebbero comunque al suolo. Qualora invece la zampe fossero state posizionate normalmente, più o meno al centro del tronco, non vedo perché il pollo avrebbe dovuto assumere una postura così verticale.

Godio dà la colpa della scarsa schiusa alla posizione che chiamerei “a pinguino”: per la copula il gallo ha bisogno di una gallina in posizione orizzontale; forse questo sta a significare che la maggior parte delle uova deposte non erano fertili? Quando parla di “aborto” intende mortalità embrionale, ma era questa la causa maggiore? E comunque, in questo caso, la posizione ci sarebbe entrata ben poco.
Io sono dell’idea che ambedue le ragioni influissero sulla scarsa schiusa: la nostra Bassotta aveva scelta fra pretendenti a tarsi normali e a tarsi corti, e, per le ambedue ragioni appena dette, la schiusa era quella che era.