di Fabrizio Focardi

In un precedente Notiziario il CTS ha riconosciuto la “Civetta Barbuta Olandese Nana”.
Sia la grande che la nana si possono definire, senza ombra di dubbio, delle rarità: sia nella terra di origine che negli altri Paesi.
In Italia ha fatto una breve apparizione alla fine degli anni ’80. Ricordo che un allevatore importò, da diversi Paesi europei ed extraeuropei, uova da incubare di molte razze: fra queste ce n’erano alcune della Civetta Barbuta Olandese. La collezione fu esposta alla Nazionale di Forlì, credo nel 1988.
Erano comunque altri tempi: non esisteva ancora un Libro Standard e tanto meno un regolamento per il riconoscimento delle nuove razze. Tutto fu comunque giudicato e oggi mi chiedo: in base a quale Standard, a quali parametri od esperienza? Mi ricordo ad esempio, nella stessa occasione, che le Siciliane – allora molto più rare di oggi – furono presentate e ben giudicate: peccato però che fossero di uova provenienti dall’America e pertanto, fedeli al loro standard, con l’orecchione bianco e la colorazione a fiocchi.
Ma torniamo alle nostre Civette.

Civetta

Le notizie che ho trovato di questa razza non sono molte e personalmente l’ho vista solo sporadicamente in Olanda ed in Germania. A causa della sua rarità poco se ne parla, ma ho trovato sul “Kleintier-Zuechter Zeitung” un articolo di Kurt Fischer: tratta solo la razza grande e volentieri riporto qualche stralcio.

«È una razza molto antica, se ne ha una descrizione già nel XVI secolo.
Fino al XIX secolo era allevata come pollo di campagna per la sua precocità e ottima deposizione di grosse uova.
Le Civette Barbute appartengono senza dubbio al gruppo delle razze ciuffate, anche se hanno un piccolo ciuffetto quasi invisibile.
Sull’origine di questa razza europea non esistono notizie certe, così si deve ricorrere a supposizioni basate principalmente sulla genetica.
Nel XVI e XVII secolo ebbero origine nell’Europa Orientale diverse nuove razze di polli che furono create dagli allevatori con l’aiuto delle Polverara, Padovane e delle Brabante.
Le Brabante a quei tempi erano molto diffuse nei Paesi Bassi e per aumentarne la vitalità venivano spesso incrociate con la La Fleche: in quest’ultima è molto forte l’ereditarietà delle sue caratteristiche. Da queste Brabante si avevano animali che già si potevano chiamare Civette Barbute, nelle quali il ciuffo era molto ridotto. La Brabante e la Civetta Barbuta si potrebbero perciò definire sorelle dato che nella loro storia sono sempre state incrociate le une con le altre.
Ancora nel XX secolo, fino ai tempi nostri, le Brabante e le Civette Barbute erano molto spesso nello stesso gruppo riproduttore, come del resto mi ha confermato il famoso allevatore di questa razza Termaten di Apeldoorn (NL): quelle che uscivano col ciuffo potevano essere esposte come Brabante, quelle che avevano barba e cresta a cornetti come Civette Barbute.
A cavallo dei due secoli XIX/XX in Olanda fu tentato un nuovo accoppiamento con un pollo barbuto della Turingia detto “Pausbaeckechen” (oggi Barbuta della Turingia) con un gallo La Fleche. Gli animali ottenuti differivano dai discendenti delle Brabante per una posizione del corpo un po’ più eretta, struttura del corpo più grossolana e più piena, cornetti della cresta un po’ più grandi e barba un po’ più piccola; questi a loro volta furono di nuovo incrociati con la Brabante.
Il conoscitore si rende conto che le razze Barbuta di Turingia, Civetta Barbuta Olandese e Brabante hanno quasi tutte le colorazioni pressoché identiche, e questo fa presumere che i legami di queste tre razze fossero relativamente stretti.
Nella pratica dell’allevamento si nota che sia le Turingia che le Civette, ad esempio nelle colorazioni argento e oro picchiettato di nero, tendono analogamente a quel disegno nero delle teste che nel caso estremo si può già definire come testa di moro.
In tempi più recenti i migliori allevatori olandesi e tedeschi si sono accordati affinché le Civette Barbute siano allevate strettamente separate dalle Brabante in modo che le caratteristiche di differenziazione definite dallo standard possano essere ancora meglio elaborate, così che le differenze fra queste due razze diventino più chiaramente evidenti. Le civette Barbute non devono continuare ad essere il sottoprodotto delle Brabante, ma una razza indipendente con proprie caratteristiche. Oggi si vedono i successi di questo accordo: le Civette Barbute oggi sono eleganti e costruite come le Brabante, ma il corpo è portato un po’ più basso, sono un po’ più robuste e compatte mantenendo però una tipologia di pollo campagnolo. I cornetti sono un pò più grandi e la barba forse un po’ più piccola. Il dorso deve essere dritto, ma deve avere un passaggio armonioso con la linea della coda. Petto largo e arrotondato, il ventre limitatamente sviluppato: un ventre basso sarebbe un grave difetto.
Ma le caratteristiche di razza più evidenti le vediamo nella testa, che deve essere di media grandezza con un becco non grossolano che presenta la caratteristica dei polli ciuffati: narici più grandi e la sella nasale a forma di ferro di cavallo e dietro la cresta a cornetti piuttosto piccoli di ugual grandezza e posizionati paralleli verso l’alto. Dietro la cresta sono raggruppate delle corte piumette erette come ultimo resto della formazione di un ciuffo del tutto analogo alla Breda. »

Kurt Fischer ci dà un quadro abbastanza completo ed interessante dell’origine di questa razza; continua poi con le colorazioni, ma di queste parlerò più avanti.
Cercherò, con qualche consiglio, di esservi di aiuto nel giudizio e nella selezione.

La forma e la posizione (è importante tenere sempre presente che queste due caratteristiche prevaricano sulla colorazione) ricordano molto quelle della francese La Fleche, e, come in questa, va fatta molta attenzione al passaggio dorso/coda, che non deve mai essere molto brusco; nonostante la coda sia portata abbastanza dritta, la linea deve essere il più possibile arrotondata, mantenendo però sempre la giusta posizione: una coda a scoiattolo significherebbe la squalifica.
La testa, è vero, è molto caratteristica. Le principali difficoltà che si possono incontrare sono nella cresta e nella barba.
I cornetti devono avere forma conica e questo non si può dare sempre per scontato; sono molti i casi in cui sono schiacciati, ma devono essere paralleli fra loro e assolutamente di uguale altezza e grossezza (molto spesso, invece, si aprono verso l’esterno). Il giudice non sia però troppo esigente: cornetti leggermente schiacciati vanno evidenziati sul cartellino, ma non devono pesare eccessivamente sul giudizio.
Quando si parla di barba si deve essere sempre più precisi, come lo è del resto lo standard olandese. La barba è formata anche dai favoriti, che stanno ai lati della mandibola inferiore: questi possono essere più o meno sviluppati e folti e variare nella posizione. Si può quindi avere una barba trilobata o, come richiesto nella Civetta Barbuta Olandese, una barba unita. Questo significa che i favoriti e la barba devono essere sufficientemente sviluppati e folti da unirsi fra loro senza che si noti nessuno stacco ai lati della barba.
I bargigli dovrebbero essere assenti o, se presenti, appena accennati; in questo caso però devono essere nascosti dal piumaggio. In galli vecchi verranno tollerati, se appena visibili: ricordarsi che cresta e bargigli nei galli sono sinonimi di potenza sessuale e, a volte, in queste razze si hanno proprio problemi di scarsa vitalità.
Il ciuffetto, anche se ridotto ai minimi termini, deve essere sempre e comunque presente, senza però essere mai esagerato.
Passo ora alle colorazioni.

 Colorazioni

Allo standard della razza nana, concepito col nuovo sistema, c’è poco da aggiungere, anche perché è stato tradotto fedelmente da quello olandese.
Le colorazioni a fiocchi neri, argento ed oro, non mi risultano presenti nello standard tedesco della razza nana; mi auguro che l’Olanda abbia richiesto il loro riconoscimento in E.E., in previsione della presenza di tali soggetti ad una Europea.
Queste colorazioni sono simili a quelle del “Gabbiano Della Frisia Orientale”, sia per il gallo che per la gallina. Un buon disegno deve avere delle specifiche caratteristiche: i fiocchi non troppo grandi e ben separati fra loro in modo da lasciare abbastanza libero il colore di fondo, così che sul mantello il disegno risulti ben chiaro; a questo contribuirà anche il nero ben pulito e lo stacco netto.

La razza grande, anche se non è stata rivista, è già presente nel nostro Libro Standard, pertanto esistono, per le colorazioni, gli inconvenienti strutturali che già conosciamo.
Cercherò, qui di seguito, di compensare alle nostre mancanze.
Niente da dire sulla Bianca, Nera, Blu Orlata e Sparviero, che seguono lo standard classico che tutti conosciamo.
Va solo precisato che nei tarsi della Blu Orlata, che noi richiediamo color carne, sono ammesse eventuali macchie scure e che quelli della Bianca, che sono blu ardesia, possono anche essere color carne.

Passiamo alle pagliettate, che sono le colorazioni più comuni e meglio fissate.

Civetta

Civetta barbuta olandese
Camboscio pagliettata bianco
Foto: M.Galeazzi – Mostra Europea Lipsia 2006

Occorre tenere sempre presente che in questa razza non si deve pretendere la pagliettatura dell’Amburgo: qui può essere di forma oblunga ed è ammessa anche a mezzaluna.
Le perle comunque non devono essere troppo grandi e soprammettersi dando luogo così a zone nere; a parità di soggetti prevarrà quello con la pagliettatura più ben disegnata.
Importante che il disegno nero sia pulito – senza cioè altri colori inframezzati – brillante e con riflessi verdi.

Si potrebbe effettivamente pensare che le due colorazioni, Oro ed Argento pagliettate, siano identiche eccetto che per il colore di fondo, ma non è così.
La Oro ha, nei due sessi, la coda nera; solo le copritrici nella gallina e le piccole falciformi nel gallo sono bruno dorato con una goccia nera all’estremità.

Civetta

Civetta barbuta olandese nana
Oro pagliettata nero
Foto: M.Galeazzi – Mostra Europea Lipsia 2006

Una curiosità: lo standard tedesco ha questa differenza nell’Amburgo, ma, nella Civetta Barbuta, richiede lo stesso disegno e colore dell’Argento.
Un problema, questo, che andrà risolto in E.E., in quanto nel gallo è geneticamente molto difficile da ottenere, specialmente in maniera accettabile.

La Civetta Barbuta ha anche una colorazione molto particolare, la “Argento Pagliettata Grigio Perla”, che segue quanto detto per le altre pagliettate solo che in questo caso la perla non deve avere riflessi verdastri.
Nei galli, per la conformazione del piumaggio, il disegno potrà essere meno regolare: avremo quindi mantelline e selle più o meno disegnate; saranno comunque da penalizzare se il disegno è mancante del tutto.

Nella Camoscio il colore di fondo è giallo cuoio. In corrispondenza del dorso e delle copritrici delle ali del gallo il colore è più intenso; per il resto vale quanto detto per le altre, solo che la perla sarà bianca.
Essere dunque indulgenti nel disegno, meno nella pulizia del colore di fondo, bianco o oro che sia.

Nella razza grande l’Olanda riconosce, come per la nana, anche l’Argento e la Oro a Fiocchi Neri. Queste colorazioni sono già presenti nel nostro standard, ma non lo sono in quello tedesco, che ha invece la “Argento Barrato” e la “Oro Barrato”.
Questo ha fatto nascere in me molti dubbi, anche perché l’origine genetica delle colorazioni è la stessa: trattandosi della stessa razza, non saranno usate due diverse denominazioni per la stessa colorazione?
Ne è nato un lungo scambio di impressioni con Stefano Bergamo – ormai il mio interprete avicolo ufficiale con l’Olanda – e ad un certo punto ci siamo trovati impantanati in una serie di dubbi, maggiormente complicati dalla rarità di questa colorazione e da ambigui termini linguistici. Stefano infatti mi ha fatto notare che “pel” in olandese vale sia per “fiocchi” che per “barre” – stessa cosa si ha in francese con “crayonné” – , e questo ha fatto aumentare i nostri dubbi.
Stefano si è rivolto a Geri Glastra, valente giudice avicolo olandese – e carissimo amico – col quale esiste un’ottima collaborazione, che ha così risposto:

« Flockung è il disegno a fiocchi, ed è tipico delle razze europee nord-occidentali.
Su entrambi i vessilli di ogni penna si trovano macchie in numero di 3 o 4 (secondo i tedeschi 2 o 3) una dopo l’altra, di colore diverso da quello di fondo, ovali, staccate l’una dall’altra e staccate sia dal bordo della penna che dalla rachide. La penna termina con il colore di fondo.
Tale disegno a fiocchi si riscontra nel “Gabbiano della Frisia Orientale”, nel “Gabbiano di Groninga”, nel “Pollo della Frisia” e nell'”Assendelft”. Nelle prime due si tratta di fiocchi a blocchetti, nelle ultime due la forma è piuttosto quella di un chicco di grano.

Spostandosi verso il sud, il disegno comincia ad assumere connotazione di striscia, o come dicono i tedeschi, di Sprenkelung. In Olanda si chiama sempre a fiocchi, ma in realtà si tratta di un disegno finemente barrato (larghezza 1:1). A dire il vero, in Olanda non abbiamo la denominazione “barrato” per le nostre razze.
Barrato è la denominazione in uso nelle Fiandre per quel disegno marcatamente a strisce che si trova nella Brakel, che a sua volta in Olanda e Germania non si chiama barrato ma semplicemente argento oppure oro. »

Fiocchi

Particolare di una piuma

Fiocchi

Fiocchi gabbiano

« La Sprenkelung è, secondo lo standard tedesco, un disegno a barre trasversali nettamente definite e di colore diverso da quello di fondo che è bianco argento, bruno dorato o camoscio.
Una razza di transizione è l’Amburgo. Gli Amburgo con disegno a fiocchi provengono quasi certamente dall’Olanda, le rimanenti colorazioni invece no. Per tale motivo c’è anche un’evidente differenza di taglia tra gli esemplari a fiocchi e le rimanenti colorazioni. Il disegno in Olanda è sempre detto a fiocchi, con l’aggiunta di “fiocchi a barra”. »

Piume barrate

Barre Braekel Amburgo Pollo della Frisia

« A sua volta, un disegno con fiocchi a barra più marcati è quello del Pollo di Chaam, anch’esso con una scala di 1:1 ma molto più larghi.
Ed infine c’è la Braekel con le sue larghissime barre nere (3:1).
Non ci si può quindi affidare alla denominazione.
È importante tenere sempre bene in considerazione la descrizione del disegno.
Per la Civetta Barbuta, la descrizione dello standard olandese è a fiocchi come il Gabbiano di Groninga o eventualmente come il Pollo della Frisia ma certamente non come l’Amburgo richiesta dallo standard tedesco.
Non c’è quindi una differenza di concetti ma un chiaro disaccordo sui presupposti! »


ChaamPer i più curiosi, ho chiesto a Stefano notizie sul Pollo di Chaam:
si tratta di una razza da carne del sud dei Paesi Bassi; era diffusa soprattutto ai primi del ‘900 e recuperata una quindicina di anni fa.

E’ stata poi tolta dalle razze ufficiali perché rimasta assente per troppo tempo alle esposizioni ufficiali.


Queste colorazioni, a fiocchi e a barre, sono molto particolari e andrebbero prese in considerazione più approfonditamente: non è detto che un giorno non lo faccia. Non dimentichiamo che la nostra “Siciliana”, nella sua colorazione originale, era una “Oro a Fiocchi Neri” ed un’altra antica razza in via di recupero, la Romagnola, ha il disegno a barre.
Anche la genetica comunque non ha le idee chiare circa la differenza del disegno: si deve alla presenza di geni modificatori sconosciuti la trasformazione delle barre in fiocchi – che poi altro non sono che barre mal riuscite – ed è solo giostrando questi geni modificatori, con incroci appropriati, che si potrà ottenere la forma e la misura desiderata.

Si può avere gallo e gallina con la stessa barratura – vedi l’Amburgo e la Campine – o, sempre nell’Amburgo, la gallina barrata ed il gallo apparentemente senza barratura.
Il piumaggio giovanile, nei due sessi, presenta sempre una leggera barratura (lo ricordo da quando allevavo la “Gabbiano della Frisia Orientale Nana”); poi, con l’età, le femmine lo mantengono ed i maschi lo perdono.

Sono colorazioni difficoltose.
In alcune razze difficilmente si riesce ad ottenere un equilibrio di colore di fondo e disegno: quest’ultimo infatti è quasi sempre assente o appena accennato nel petto delle galline; forse la loro rarità sta proprio in questa difficoltà ad ottenere un disegno omogeneo.

Alla luce dei fatti credo opportuno che sul nostro Libro Standard debbano essere presenti ambedue le correnti: tedesca ed olandese. Sarà quindi necessario aggiungere anche le colorazioni “Argento Barrato” ed “Oro Barrato”.
Ecco gli standard:

Oro barrato nero

Gallo: bruno dorato su tutto il corpo; timoniere nere; falciformi nere con stretto orlo bruno dorato. Pomo dell’ala e fasce, piumaggio delle gambe e dell’addome con leggera barratura nera a riflessi verdi; piumino grigio cenere; l’estremità delle remiganti secondarie, nella parte nascosta dal piumaggio della sella, può avere un disegno a fiocchi ed il piumaggio della parte alta del dorso, nascosto dalla mantellina, una barratura.
Gallina: bruno dorato su tutto il corpo. Ogni penna, salvo che sulla mantellina, con una stretta barratura ondulata nera a riflessi verdi, se possibile nella proporzione 1:1, un po’ più larghe nella coda; la barratura deve protrarsi di penna in penna e distendersi su tutto il corpo. Rachide bruno dorata. Se il disegno del petto è chiuso fino alla gola, un leggero disegno sul collo in corrispondenza della transazione è tollerato.
Difetti gravi: bianco nella coda e nelle remiganti; giallo chiaro o colore rosso volpe troppo pronunciato; disegno fortemente dilavato o disegno della Braekel.

Argento Barrato Nero

Colore di fondo bianco argento e rachide bianca. Per il disegno nero, si fa riferimento alla varietà “Oro Barrato Nero”.
Difetti gravi: bianco argento impuro; gli stessi della colorazione “oro Barrato Nero”.

Veniamo ora all’autentica rarità: la Civetta Barbuta Olandese a Testa Nera.
L’Olanda riconosce solo la Bianca a Testa Nera, la Germania invece anche la Bruno Dorata, la Fulva e la Blu. Cambia solo il colore del piumaggio, mentre il colore della testa resta nero ed include anche barba e favoriti e parte alta del collo.
Nel gallo sono ammesse la presenza nella testa di sporadiche penne del colore del mantello e una leggera orlatura o tracce nere nel petto.
I tarsi sono grigio/blu; nella colorazione bianca sono più chiari.
In questa colorazione allevatori e giudici devono essere molto tolleranti: i primi nella selezione ed i secondi nel giudizio. Questa tolleranza deve essere decisamente maggiore con il gallo, dove il disegno della testa non sarà mai come nella gallina, sia nell’estensione che nello stacco.
Molti pensano, come dice Kurt Fischer nel suo articolo, che uno standard meno esigente aiuterebbe questa colorazione a non sparire.
Sono anch’io di questa opinione: con le razze o colorazioni rare è necessario essere tolleranti, e se non lo è già di per sé lo standard, devono esserlo i giudici.
Del resto lo standard deve riportare la perfezione: sarà compito del giudice aiutare l’allevatore a progredire con i suoi suggerimenti, e la sua tolleranza diminuirà man mano che i soggetti miglioreranno.

Un grazie di cuore a Stefano Bergamo per la sua pazienza nel seguirmi in quello che si è poi dimostrato un labirintico enigma avicolo. E grazie anche a Geri Glastra per la collaborazione ed il materiale che mi ha gentilmente fornito.

Bibliografia
  • N.H.D.B. . Standard (Standard olandese)
  • Standard Italiano delle Razze Avicole
  • Deutscher Rassegefluegel-Standard
  • Kleintier Zuechter Zeitung