di Fabrizio Focardi

In passato, molti scrittori, nel parlare di una razza di polli preferivano anteporre al nome della razza il termine “Gallina”, ma mai gallo; questo perché il gallo ha il solo compito di fecondare le uova, mentre la gallina di produrle, covarle e curare la prole: quindi un ruolo primario, mentre il gallo veniva perlopiù considerato il solito lussurioso sfaccendato.
Tante erano innalzate a razza anche quando, invece, altro non erano che sparuti ceppi derivati da incroci tentati per migliorare la carne o la produzione di uova.
Alcune di queste “creazioni”, a causa di un allevamento in consanguineità, spesso praticato in larghe zone, avevano caratteristiche comuni ben fissate e, solo per questo – seppur senza uno standard o un riconoscimento ufficiale – venivano considerate razze. Il loro destino, in genere, dopo un breve periodo di gloria, era di finire dimenticate in qualche isolato pollaio di campagna, dove la loro sopravvivenza dipendeva solo dal proprietario.
Riportare in vita una vecchia razza non è un’impresa facile: si dovranno per prima cosa valutare i soggetti superstiti – sempre che si abbia avuto la fortuna di trovarne, perché spesso niente si trova – e confrontarli con la letteratura, a volte scarsissima, di cui disponiamo.
I difetti di forma, ma più spesso di colorazione, dovuti soprattutto alla promiscuità, saranno ostacoli a volte molto duri da superare.
Occorrerà armarsi di speranza, pazienza, costanza e di tante altre qualità non comuni da trovare nella genetica di un solo allevatore. Quindi sarà bene che più allevatori si imbarchino nell’impresa, per compensare, con la buona collaborazione, alle mancanze dell’uno o dell’altro.
Il lavoro che è stato fatto per la Livorno andrebbe fatto anche con le razze “minori”, che non hanno avuto la fortuna di “emigrare” all’estero e che sono state quindi lasciate nelle mani dei nostri allevatori.

In questi ultimi tempi ho avuto occasione di vedere, in foto o dal vero, soggetti della razza Romagnola.
Prima un mio giovane amico, Franco – che, anche se non fa parte di nessuna associazione FIAV, ha comunque passione ed interesse da vendere -, mi ha scritto a proposito di un mio articolo, letto sul sito federale, sulla “Civetta Barbuta Olandese”, nel quale ha trovato interessante il mio riferimento al disegno di questa razza con le sue Romagnole.
Pochi giorni dopo, in occasione della mostra sociale AERAv, un allevatore ha portato in visione un gruppo di galline.
Successivamente, l’amico Santoni – Presidente AMAC -, a seguito delle richieste di alcuni suoi associati, mi ha sollecitato a pubblicare, in vista di un eventuale futuro riconoscimento, notizie su questa gallina italiana.
Prendo sempre in considerazione le richieste degli allevatori, specialmente quando vedo un particolare interesse, e mi sento in dovere di non deluderli.

Romagnola

Gallina Romagnola – Mostra Sociale Aerav

Questo articolo sarà, spero, un primo passo verso una stretta collaborazione Allevatori/CTS volta al tentativo di riportare questa razza italiana nei nostri pollai ed alle nostre mostre.
Ecco la mia risposta, redatta sulla base di una ricerca a largo raggio.
Non è niente di definitivo, ma solo un insieme di notizie che gli allevatori, in base alla loro esperienza, potranno valutare per passarmi poi le loro considerazioni.
Per quanto riguarda la morfologia non ci sono molti dubbi: tipologia di pollo mediterraneo, non troppo pesante e abbastanza snello. Occorrerà quindi decidere i pesi. Propongo pesi simili a quelli della Livorno, magari un po’ più leggeri.
Polli di questo tipo, già a cavallo degli ultimi due secoli, erano presenti in tutta l’Europa. Anche la colorazione, come ho già detto nel mio precedente articolo sulla Civetta Barbuta Olandese, era già simile nelle varie tipologie dei diversi Paesi.
È la famosa colorazione a fiocchi/barre, che tanto mi ha fatto impazzire, in quanto varia, senza una formula genetica precisa, dando fiocchi – come nella Gabbiano della Frisia Orientale – o barre – come nella Braekel.
Tutte queste razze avevano comunque molte caratteristiche comuni: orecchione bianco con leggere tracce bluastre – specialmente nella gallina e nei soggetti giovani -, cresta di media grandezza, bargigli abbastanza sviluppati, occhi un po’ sporgenti e marrone scuro ed i tarsi variavano dal bluastro al blu scuro.
La colorazione del piumaggio, mi sembra di aver capito, presenterà difficoltà maggiori per la decisione da prendere sul disegno.
È mia intenzione lavorare su una sola colorazione, due al massimo, per concentrare così lo sforzo degli allevatori verso un unico obiettivo.

Romagnola

Gallina Romagnola – Mostra Forlì

Vediamo intanto quello che i nostri predecessori dicevano della Romagnola.
Quasi tutti – Trevisani, Pascal, Ghigi e Cortese – concordano sulla tipologia; sulla colorazione ed il disegno invece tutti sono molto vaghi

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– Dott. Marino Cortese, ” Pollicoltura Familiare e Industriale”, 1949:

« E’ diffusa in molte province dell’Italia centrale.
Testa media. Becco piuttosto corto, forte, quasi sempre giallo. Cresta semplice, dritta nel gallo, piegata da una parte nella gallina, di colore rosso e di tessitura fine senza granulazioni. Orecchioni ovali, piccoli, di color crema chiari. Guance rosse disseminate di corto piumino. Occhi vivacissimi di color arancio, o scuri a pupilla prominente. Collo piuttosto corto con collare che scende fino alle spalle senza coprirle. Corpo un po’ rozzo, ma non pesante. Petto largo e profondo. Dorso corto e piatto. Ali tenute ben serrate al corpo. Coda nel gallo portata alta e di medio sviluppo. Cosce forti. Tarsi medi, sottili, nervosi, lisci, muniti di quattro dita ben divaricate, di colore ora verde ora scuro. Il piumaggio molto vario sia pel disegno che per la tinta, quello del gallo più vivace anche più mutevole di quello della gallina. I soggetti hanno notevole tendenza all’ingrasso. Il gallo pesa kg. 2-2,500, la gallina kg. 2. Il numero di uova deposte è di 150, di g. 60 di peso e col guscio bianco. Essa ha carattere vagabondo e quindi è indicata per grandi fattorie.
I pulcini sono precoci e rustici e la carne assai sapida. »

E più recentemente:
– Giancarla Pozzi, “Le Razze Dei Polli”, 1961:

«Questa razza è stata selezionata dalla Stazione di pollicultura di Rovigo e dall’Ispettorato Provinciale dell’Agricoltura di Ravenna.
Si distinguono due varietà: la dorata e la grigia, per quanto gruppi uniformi delle due varietà si siano potuti ottenere soltanto alla Stazione Sperimentale di Pollicultura. La produzione delle uova si aggira sulle 150 all’anno. »

Come abbiamo detto, nella colorazione c’è discordanza di vedute: chi la vede come la Braekel e chi invece come la Gabbiano della Frisia Orientale.

E’ mia opinione che si debba prendere maggiormente in considerazione le colorazioni argento e oro con disegno a fiocchi.

Se si va indietro negli anni, l’odierna colorazione “Argento a Fiocchi Neri” era comunemente chiamata “Grigia” (in alcune pubblicazioni anche “Stornello”), molto probabilmente sotto l’influenza dei francesi, che così chiamavano – e chiamano tutt’oggi – la loro Bresse, la quale ha un mantello con disegno, anche se non troppo omogeneo, a fiocchi. La colorazione della Braekel, invece, è sempre stata chiamata Argentata, mai Grigia.
Altre colorazioni, delle quali si è solo parlato marginalmente, derivano, molto probabilmente, da un allevamento in promiscuità, seppur con soggetti morfologicamente simili, ma di colorazioni diverse.

Consiglierei, tanto per dare una linea iniziale agli allevatori, gli standard “Argento a Fiocchi Neri” e “Oro a Fiocchi Neri”. Ovviamente, come ho detto inizialmente, tutti i suggerimenti saranno presi in esame e niente ci vieta, in questa razza, di apportare allo standard generale le modifiche che si ritengano opportune per avvicinarsi a quelle che erano le vere colorazioni della Romagnola.

Romagnola

Gallina Romagnola – Mostra Forlì

Mi auguro che questo mio primo articolo serva ad aumentare il numero di allevatori interessati al recupero della gallina Romagnola.
L’impegno dovrà necessariamente essere continuo e la produzione dovrà essere portata, in occasione di mostre, in visione al CTS per controllarne lo sviluppo.
Dovrebbe essere una raccomandazione inutile, ma ricordo agli interessati che i soggetti sottoposti a visione dovranno avere un piumaggio completo e le loro condizioni espositive dovranno essere buone. E’ chiaro che senza questa collaborazione sarà inutile continuare a parlare di recupero.