di Stefano Bergamo
Cenni storici: la pittura olandese quale antesignana degli standard di razza

Tra la metà del Sedicesimo e la fine del Diciassettesimo secolo i Paesi Bassi attraversarono un periodo di grande e rapida crescita economica, che a sua volta permise un fiorire delle scienze e delle arti senza precedenti.
L’impulso dato dalle committenze dei commercianti olandesi alla produzione artistica fu tale che gli storici dell’arte parlano comunemente di Secolo d’oro della pittura olandese.
Le opere di pittori quali Rembrandt (del quale ricorre quest’anno il quarto centenario della nascita), Vermeer, Albert Cuyp e Jan Steen, insieme a scultori ed intagliatori, diedero origine a quella esplosione di forme e colori che caratterizza così profondamente il Secolo d’oro dell’arte olandese, e vennero ad abbellire gli interni degli eleganti palazzi sui canali delle maggiori città, nonché delle residenze di campagna dei più abbienti.
È proprio il lavoro degli artisti nelle residenze di campagna che ci ha lasciato delle opere estremamente preziose per la precisione quasi fotografica con cui hanno ritratto paesaggi, persone ed animali quali protagonisti delle scene di vita in campagna tra il 1650 e la fine del 1700.

L’esempio senza dubbio più significativo è costituito da L’aia di Jan Steen (1660), che ritrae una fanciulla nell’atto di allattare un agnellino. Un Piccolo Levriero Italiano lecca il latte versato, mentre un altro cagnolino di lusso rimane a guardare. Tra le varie specie di animali da cortile, si riconoscono chiaramente alcune Anatre dal ciuffo, dei colombi Cappuccini, un antenato delle odierne razze a zampe corte, un esemplare di Civetta Barbuta o di Breda e soprattutto delle Olandesi con ciuffo in varie colorazioni.
La dovizia di particolari con cui Jan Steen ha ritratto le caratteristiche di razza di molti animali non si deve tanto ad un’iniziativa del pittore, quanto ad una richiesta specifica del committente, che teneva in modo particolare a fare bella mostra di specie e razze rare e costose, delle quali era proprietario nella residenza di campagna.
Non si tratta certo di un esempio isolato: al Museo Reale di Amsterdam abbondano i ritratti di facoltosi commercianti con sullo sfondo un vassoio di costosissime ostriche o aragoste, o di esotici agrumi e caraffe di vino pregiato.
Vediamo quindi che il possesso di avicoli ornamentali, tra cui spiccano i polli ciuffati, viene ad essere una specie di status symbol.

L'aia di Jan Steen Ciuffate di Bogdany

L’aia di Jan Steen

La ricchezza dei colori nelle Ciuffate di Bogdany

Le Olandesi con ciuffo di Steen colpiscono per la varietà delle colorazioni; alcune non smisero mai di essere allevate, come la classica nera a ciuffo bianco, mentre altre, quali la fulva e la bianca a ciuffo nero scomparvero dalla scena avicola, tanto che al giorno d’oggi si discostano notevolmente dall’iconografia tradizionale del pollo a piumaggio nero e ciuffo bianco a noi familiare.
Lo stesso vale per il gallo collo oro a ciuffo bianco e la gallina oro pagliettata nero del pittore Melchior d’Hondecoeter, o il gallo blu a petto orlato e la gallina fulva a ciuffo bianco con barba nera di Jakob Bogdany, la cui mantellina ricorda la colorazione oro a fiocchi neri di altre razze olandesi, come la Civetta barbuta.

L’inversione di tendenza: il recupero della bianca a ciuffo nero

È fuori di dubbio che le colorazioni presenti originariamente nei Paesi Bassi erano diverse, e che l’assenza delle stesse dai primi libri degli standard è considerata in Olanda più un impoverimento del patrimonio avicolo nazionale piuttosto che una forma di rispetto della tradizione.
La tradizione infatti, come si è visto, sembra essere molto più ricca di quanto il panorama attuale lasci supporre. Una tale semplificazione delle colorazioni va probabilmente di pari passo con la crisi economica alla fine del Secolo d’oro, e quindi con il venir meno della disponibilità di liquidi da spendere nella sfera del lusso, quale era quella dell’avicoltura ornamentale.
Si tratta quindi di un impoverimento dovuto alla contingenza economica e non ad una scelta a svantaggio delle colorazioni più ricche. Per tale motivo non stupisce che il Club di razza olandese non sia per principio contrario alla selezione di colorazioni che solo in apparenza sono “nuove”, e nemmeno che proprio tra i più propensi ad attingere alla tavolozza di madre natura ci sia Luuk Hans, il segretario del Club della Ciuffata e del Barbaciuffo olandesi.
A metà degli anni Ottanta del secolo scorso si sono così manifestati i primi segni di un’inversione di tendenza, con il riuscito tentativo da parte di Luuk Hans di riappropriarsi di un ‘pezzo di storia’ selezionando l’Olandese con ciuffo nana nella colorazione bianca a ciuffo nero. Luuk cominciò da uno dei pochi esemplari di bianca a ciuffo nero di taglia standard, che incrociò con degli esemplari di Padovana nana blu. Ben presto si rese conto che l’allevamento della bianca a ciuffo nero dà origine a molteplici combinazioni in cui il compito del selezionatore è quello di trovare un compromesso nella distribuzione del bianco e del nero.
Tale ricerca di disequilibrio cromatico in cui il nero si concentra sul capo dell’animale, ed il bianco si appropria del resto del piumaggio ha comportato necessariamente anche l’immissione di sangue di Padovana nana nera e di Ciuffate olandesi nane nella colorazione unicolore bianca, limitando gli incroci alle razze ciuffate per non alterare la base genetica.
Luuk riuscì ad esporre le sue Ciuffate nane bianche a ciuffo nero diverse volte, la prima delle quali alla mostra organizzata in occasione del centenario del Club di razza nel 1995, ma le sottopose alla procedura di riconoscimento solo nella stagione espositiva 2001/2002. La colorazione è ancora oggi ben lungi dall’essere fissata alla perfezione, ma il riconoscimento contribuisce alla diffusione della stessa tra gli allevatori.
Vale la pena ricordare che la bianca a ciuffo nero è riconosciuta in Svizzera dal 2000 ed in Germania dal 2001.

Dal bianco e nero al colore: la fulva a ciuffo bianco e le selezioni non riconosciute in Europa

L’olandese nana con ciuffo nella colorazione fulva a ciuffo bianco è stata selezionata e riconosciuta già fin dal 1987 in quella che era la Germania Est, cui fece seguito l’ammissione allo standard unico dopo l’unificazione tedesca.
Le notizie in proposito sono scarse: sembra che allo scopo siano state utilizzate delle Leghorn nane, che oltre alla colorazione fulva avrebbero introdotto anche dei bargigli eccessivamente sviluppati ed un portamento troppo alto sulle gambe.
Una certa quantità di pigmento nero sarebbe ammessa su coda e ali, ma non sulla mantellina. Un altro fattore che la rende una colorazione difficile è il colore dei tarsi: lo standard ammette il color carne, ma raccomanda di continuare a ricercare il color ardesia. In Italia la colorazione è riconosciuta da dicembre dello scorso anno.
Il sito del Club di razza olandese accenna anche al recupero della colorazione fulva a ciuffo nero, di cui pubblica una foto (http://www.kuifhoenderclub.nl/default_nl.htm). Non è stato possibile tuttavia acquisire dati precisi riguardo al lavoro che ha permesso di selezionare la gallina della foto, che è di provenienza olandese.
Lo stesso vale per la colorazione collo oro unicolore selezionata in Inghilterra da Terry Beebe, il segretario del Club di razza nazionale, accoppiando il fulvo a ciuffo bianco al nero a ciuffo bianco; se ne possono vedere alcuni pulcini alla pagina 8 della Photo Gallery su http://www.beebepolands.com/. La stessa pagina ospita anche delle foto di un esemplare di bianca a ciuffo nero di 10 settimane.

Le Ciuffate nane a stelle e strisce: cioccolato e kaki

Nella selezione dell’Olandese con ciuffo, gli Stati Uniti sono teatro delle innovazioni più vistose in assoluto.
È d’obbligo, comunque, distinguere tra innovazioni di un certo interesse dal punto di vista genetico e quelli che invece sono ‘esercizi di stile’ fini a se stessi ad opera di allevatori che sembrano avere dato libero sfogo alla fantasia.
A quest’ultima categoria si possono senz’altro attribuire certe “creazioni” esposte alla Ohio National, l’esposizione nazionale tenuta congiuntamente ogni quattro anni dalla American Bantam Association (che riunisce gli allevatori delle razze nane) e dall’American Poultry Association (che raggruppa gli allevatori nella taglia standard). Fra i 10.000 soggetti esposti figuravano anche delle Olandesi ciuffate nella colorazione Redtail Red, vale a dire – per fare un esempio pratico – delle Vorwerk a ciuffo bianco, oppure ancora le Padovane nane nella colorazione rosso orlata bianco, selezionate addirittura tramite incroci con la Cornish!
Eccessi a parte, è meritevole di attenzione il lavoro svolto da Al Westley, l’ottantacinquenne presidente del Polish Breeders Club, il club di razza che riunisce l’Olandese con ciuffo e la Padovana sotto la denominazione comune di Polish (polacca). Egli stesso giudice di esposizione, Westley alleva dal 1985 le Olandesi con ciuffo nane nella colorazioni classica nera a ciuffo bianco.
Nel corso di una conversazione con il genetista Dr. W.F. Hollander, Westley viene a conoscenza della scoperta di quello che Hollander ritiene essere un gene isolato responsabile della diluizione del colore nelle Araucana. Tale gene risultava dominante incompleto nei confronti del nero, per cui dall’accoppiamento di un soggetto nero ed uno portatore del gene della diluizione (fenotipicamente un nero diluito in bruno) tutti i pulcini nascevano di colore bruno.
Westley utilizzò una femmina di Araucana ottenuta da Hollander per selezionare – utilizzando sempre i migliori maschi di Olandese nera a ciuffo bianco – nel giro di tre anni un ceppo di Olandese con ciuffo nana in cui il 90% della prole era omozigote in una colorazione che venne riconosciuta con il nome di “cioccolato” e che si presenta di colore bruno scuro uniforme.
Nel momento in cui ritenne di avere raggiunto con il ceppo cioccolato un livello qualitativo pari a quello della classica nera, Westley si decise al grande passo: accoppiare cioccolato a cioccolato, per avere conferma della teoria nel frattempo maturata, vale a dire che tale colorazione si comporti, geneticamente parlando, come quella blu.
Ed infatti, nel 1990, insieme a nero e cioccolato da tale accoppiamento ottenne esattamente un’ulteriore diluizione del cioccolato: il kaki. La gallina di tale colorazione presenta il piumaggio di colore kaki uniforme; il gallo presenta un colore di fondo anch’esso kaki, il più possibile uniforme, con sella, mantellina e coda più scure.
Il riconoscimento fu relativamente semplice, trattandosi di colorazione omozigote allevabile in purezza.
Dall’accoppiamento di due kaki si ottengono pulcini kaki al 100%.
La cioccolato, invece, si comporta da dominante incompleto in quanto dotata di un gene per il nero ed uno per il cioccolato. Dall’accoppiamento di due cioccolato si osserva valere lo schema fenotipico del blu: 25% di pulcini di colore nero (omozigoti), 50% di colore cioccolato (eterozigoti) e 25% di kaki (omozigoti).
Nel 2002, alla nazionale di Columbus con 124 Olandesi nane a catalogo di cui ben 100 nella colorazione classica nera a ciuffo bianco, l’Olandese con ciuffo nana nella colorazione cioccolato di Al Westley si classificò al secondo posto laureandosi vice-campione di razza.

Cioccolato e Tortora Kaki

Soggetti cioccolato e tortora
(Foto: Geri Glastra per Kleindiermagazine)

Soggetto kaki di Luuk Hans
(Foto: Geri Glastra per Kleindiermagazine)

In seguito all’importazione di alcune uova in Olanda, dalle quali nacquero due pulcini cioccolato e due color kaki, Hans Ringnalda sta approfondendo le ricerche dal punto di vista genetico, mentre Luuk Hans si sta ora occupando dell’ulteriore selezione delle due colorazioni americane, che all’occhio critico di un europeo presentano dei ciuffi ancora troppo grandi e scomposti, mentre l’ala è spesso portata piuttosto bassa.
Molto soddisfacente è la vitalità dei soggetti, mentre la struttura del piumaggio è particolarmente soffice al tatto.

Altri indirizzi della selezione in Olanda:
la colorazione isabella a ciuffo bianco e la varietà a penna riccia

Contemporaneamente all’introduzione dagli Stati Uniti fece la sua comparsa sulla scena della selezione in Olanda anche la versione “autoctona” del kaki, ottenuta spontaneamente da Jan e Fred Gahrmann incrociando un maschio di Olandese con ciuffo nana di colore bianco dominante con una femmina nera a ciuffo bianco.
Caratteristica del bianco dominante è di prevalere anche sul nero: i pulcini erano infatti non neri (cosa che si sarebbe verificata se il bianco fosse stato recessivo) ma erano per la maggior parte bianchi con qualche piuma isolata di colore nero.
Alcuni di essi presentavano una colorazione marrone chiaro molto tenue, come quella classica della tortora domestica, che in avicoltura ritroviamo quale colore di fondo delle Barbute belghe nella colorazione porcellana, e che in Belgio ed Olanda si chiama isabella. Il fenotipo dell’isabella è molto simile a quello della colorazione kaki, mentre geneticamente le differenze sono sostanziali: come abbiamo visto, kaki si comporta da fattore omozigote come lo splash nella colorazione blu.
In base ai risultati ottenuti da Hans Ringnalda con i kaki americani, la diluizione del nero in cioccolato e ulteriormente in kaki non sarebbe dovuta all’azione di un singolo nuovo gene, ma all’introduzione del fattore rosso o dorato al gene che diluisce il nero in blu.
I soggetti isabella di Fred Gahrmann, invece, sono risultati essere eterozigoti: dall’accoppiamento di due isabella, Gahrmann ottenne soggetti completamente bianchi (25%), neri a ciuffo bianco (25%) ed isabella a ciuffo bianco (50%), come i genitori.
Ritorna quindi lo schema classico dell’ereditarietà intermediaria come nella colorazione blu.
Reincrociando con il bianco si ottiene nuovamente un 50% di bianchi unicolore e un 50% di isabella a ciuffo bianco; reincrociando con il nero si ottiene lo stesso schema: 50% di neri e 50% di isabella, sempre a ciuffo bianco; i bianchi unicolore si intendono tutti del tipo bianco dominante (dati trasmessi cortesemente da Fred Gahrmann, Zoeterwoude, Paesi Bassi).
Il bianco dominante si comporta geneticamente allo stesso modo anche in seguito ad incrocio con la colorazione cucula o sparviero: da un maschio sparviero ed una femmina bianca si ottengono pulcini di colore isabella a fattore cuculo, vale a dire con un disegno a fasce di colore beige chiaro e scuro alternate in cui si intuiscono dei riflessi lilla.
Da un maschio bianco dominante ed una femmina sparviero si avranno maschi isabella a disegno sparviero e femmine isabella che invece sono prive di tale disegno a fasce.
Vista la difficoltà di definire un disegno a fasce tra due tinte dalla tonalità così simile, Fred Gahrmann ha deciso di non dare seguito a tali esperimenti.
Nel frattempo, alcuni esemplari isabella a ciuffo bianco sono arrivati anche in Italia, sia nella varietà a penna liscia che a penna riccia. Non è improbabile che tale colorazione, pur comportando le stesse difficoltà della blu e della cioccolato in quanto eterozigote, possa trovare estimatori per la delicatezza ed eleganza che conferisce all’aspetto dell’Olandese con ciuffo nana.

Cioccolato & Tortora Kaki

Incrocio bianco dominante x sparviero
(foto: Fred Gahrmann)

Sparviero a penna riccia
(foto: Club Olandese con ciuffo)

Un’altra novità di cui si stanno occupando i Gahrmann è l’abbinamento di una colorazione ‘difficile’ come la sparviero alla conformazione arricciata del piumaggio.
La colorazione sparviero nell’Olandese con ciuffo nana presenta diverse difficoltà: le femmine hanno la tendenza ad essere troppo scure, non solo a causa dell’eccessiva pigmentazione appunto delle fasce scure ma anche perché le fasce chiare tendono ad assottigliarsi.
È un problema che si nota soprattutto a livello di dorso, ali e coda.
I maschi, se omozigoti per il fattore cuculo, presentano le fasce chiare di larghezza doppia rispetto a quelle scure, ed inoltre la punta della penna terminante con una fascia chiara: l’effetto generale è spesso quello di soggetti troppo chiari.
Si tratta di problemi che riguardano anche i soggetti a penna liscia; a queste difficoltà si aggiunge il grado di arricciatura della penna, che soprattutto su petto, addome e dorso è spesso insufficiente: la punta della penna deve non solo sollevarsi ma anche rientrare nella parte finale a formare un riccio quasi a ferro di cavallo.
La visibilità generalmente non è un problema nella varietà a penna riccia, contrariamente a quanto si verifica per la penna liscia.
Le colorazioni momentaneamente riconosciute in Olanda per l’Olandese nana con ciuffo a penna riccia sono la bianca e la blu a ciuffo bianco; il Club dell’Olandese con ciuffo dovrà tra breve pronunciarsi sull’opportunità o meno di chiedere il riconoscimento della colorazione sparviero a ciuffo bianco già dalla stagione in corso.
Un eventuale riconoscimento ufficiale potrebbe aumentare le possibilità di ‘sopravvivenza’ dell’Olandese con ciuffo a penna riccia, cosa che allo stato attuale della selezione è tutt’altro che certa, considerando che gli allevatori si contano purtroppo sulle dita di una mano.