di Maurizio Marchese (AA32)

Shamo

Lo Shamo ha le sue origini nel Siam (Thailandia) e di fatto il suo nome deriva da Siam. All’inizio del XVII secolo questa razza è stata poi introdotta in Giappone. I Giapponesi migliorarono questa razza, accentuando quelle caratteristiche che nella battaglia lo avrebbero poi reso il più valoroso e fiero tra i combattenti. Molte delle sue doti combattenti sono state ereditate dal suo progenitore malese, conferendo allo Shamo una formidabile struttura scheletrica. Le ossa, oltre che contenere il midollo, sono rinforzate dal tessuto spugnoso, rendendolo del 45% più pesante dei cugini bankivoidi.
È importante sapere che le tipologie di Shamo sono infinite. Spesso si possono riscontrare diversi tipi di Shamo a seconda delle differenti zone geografiche o dei diversi allevatori, dai quali molto spesso in oriente ne ereditano il nome.
Le varianti possono essere molte, come l’altezza, il piumaggio, ecc ecc. È necessario però (ai fini di un buon allevamento) che queste varianti non discostino l’esemplare dalla sua tipicità.
Per questo motivo è stato creato uno standard di razza da consultare durante la scelta dei possibili riproduttori. A differenza di tutte le altre razze la colorazione è secondaria, da non tener conto durante la selezione, al contrario va tenuto conto del carattere e delle attitudini tipiche della razza.
Quindi l’obbiettivo di ogni buon selezionatore è quello di mantenere la tipicità morfologica abbinata alle sue attitudini comportamentali.

Oltre al carattere e all’aspetto fisico, si dovrà tenere conto dei soggetti più sani e scartare quelli più deboli.
Spesso le preferenze di ogni allevatore influiscono sulla selezione, tale accadimento rende lo Shamo in continua evoluzione.
Lo Shamo dovrà essere aggressivo e sempre pronto per una nuova sfida, ma molto importante è che le sue doti combattive vengano usate esclusivamente per i suoi avversari, mentre dovranno essere miti con il padrone, altrimenti l’allevamento può risultare assai difficoltoso.
In questi animali spesso ci si imbatte in una spiccata attitudine all’imprinting che si protrae fino alla maturità sessuale.

Come in tutti i malesoidi può capitare che il gallo si possa infatuare di un’unica gallina, ma se viene a mancare tale gallina non tarderà a curarsi anche delle altre.

Categorie

In Italia la razza Shamo si divide in 2 categorie di pesi differenti: O-Shamo e Chu-Shamo.

O-Shamo Gallo: Minimo 4.0 Kg
Gallina: Minimo 3.0 Kg
Chu-Shamo Gallo: sotto i kg 4,0 minimo kg 3,0
Gallina: sotto i kg 3,0 minimo kg 2,25

Di solito però si usa definire Shamo tutti gli esemplari oltre i 4 kg.

Introduzione dello standard Shamo

Lo standard riassume l’ideale di Shamo, ma la perfezione non appartiene a questo mondo e di conseguenza tutti gli Shamo in cui avremo modo di imbatterci avranno sempre qualche difetto. Spetta a noi dare la giusta interpretazione allo standard e capire ciò che è tollerato e ciò che è indispensabile.
Un componente molto importante nello standard dello Shamo è la testa, la quale deve possedere un cranio largo e ricurvo, con il becco che segue la circonferenza della testa senza creare un angolo eccessivamente acuto.

Seguiterò nel descrivere alcuni punti della testa:

Foto di Elio Rossato

Testa ShamoBecco: corto e curvo.

Bargigli: assenti o appena accennati.

Orecchioni: piccoli e molto aderenti alla testa;

Faccia: il colore della pelle che la ricopre deve essere rossa;

Occhi: infossati, medio-grandi e sguardo cupo. Pupilla nera con sfondo grigio perla, ammessi anche giallognoli. Sopracciglia molto sviluppate.

Cresta a pisello, con 3 punte lungo la linea dorsale, non troppo grande, bene attaccata e di colore rosso.
In alcuni standard è ammessa in transizione con cresta a noce.

Lo Shamo deve avere un portamento eretto, il più possibile perpendicolare al terreno, spalle appuntite e prominenti, ali corte.
Il petto è piatto e muscoloso.
I tarsi sono più corti rispetto a quelli dei Malesi, per migliorare in questo modo lo scatto e l’equilibrio, proprietà fondamentali per un combattente: proprio per ottenere queste prestazioni, il tarso deve essere leggermente più corto rispetto alla gamba (coscia), in modo da ricreare una leva di maggior potenza.
Il piumaggio deve essere molto aderente al corpo, alcuni punti devono essere scoperti, come lo sterno e i punti alari.
Il collo dello Shamo deve essere lungo, muscoloso e leggermente a forma di “S” rovesciata.
La coda deve essere portata bassa, come se fosse un prolungamento della spina dorsale. C’è una tolleranza di 15 gradi.
Uovo: Peso minimo g. 55 – Colore del guscio: bruno.

Il maschio viene inanellato con un anello del diametro 24, mentre la femmina con uno del 22. Questo vale sia per la categoria Chu-Shamo che per quella O’Shamo.
Non bisogna dimenticare le caratteristiche che fanno dello Shamo il migliore dei galli combattenti: forza, precisione, capacità di colpire l’avversario al momento opportuno, resistenza al dolore.
I colori riconosciuti in Italia sono 13: betulla; bianca; blu rossa; collo oro; dorata frumento; fagianata; nera; nero argento; nera picchiettata bianco; nero rossa; sellata rossa; selvatica; sparviero; tricolore

Il carattere dello Shamo

Il suo stile di combattimento e la sua aggressività rendono questa meravigliosa razza “nata per combattere” semplicemente unica.
Vorrei riportare questo piccolo estratto da un’enciclopedia online molto esauriente e completa(“Summa Gallicana”):

« Ci sono animali che modificano il combattimento a seconda delle caratteristiche aggressive dell’avversario. Ad esempio: un gallo che tecnicamente combatte a viso aperto, sferra i suoi colpi più insidiosi direttamente al volto dell’avversario, dal davanti, senza evitarlo, mantenendo la testa alta, prediligendo l’attacco frontale senza tanta scherma e a suo piacere. Lo stesso soggetto, con un avversario più pesante e più alto, è indotto a variare completamente le sue tecniche d’assalto, magari aggirandolo e colpendolo alle spalle, mettendo la testa al riparo sotto l’ala dell’avversario e colpendo quando trova un varco nella guardia, evitando sempre il confronto diretto, colpendo quasi sempre di sfuggita con una scherma micidiale per disorientare l’avversario. »

Tecniche di allevamento

Allevare questi animali non è facile, necessitano di esperienza da parte dell’allevatore. Quando il tempo me lo permette amo molto stare in compagnia di questi splendidi guerrieri, vederli interagire con me o con altri animali è sempre molto interessante e divertente.
Il loro coraggio spesso mi lascia allibito, come dei Samurai non temono nulla e darebbero la loro vita pur di non tirarsi indietro.
Gli Shamo sono anche straordinariamente intelligenti. Stando a contatto con loro, essi hanno imparato a riconoscermi e addirittura a starmi sempre vicini quando gli concedo un po’ di svago al di fuori delle gabbie.
L’alimentazione deve comprendere in maggioranza ottimi cereali. Anche verdura e frutta sono da loro molto graditi e forniscono un giusto apporto di fibre e vitamine.
Ogni tanto si può integrare la loro dieta con della carne, in modo da fornirgli una buona dose di proteine, da evitare però la carne di pollo.
Capita che alcuni esemplari possano diventare aggressivi con chi li alleva. A volte per indole, ma più spesso per l’inesperienza del padrone. Quando si entra nel pollaio insieme a loro non bisogna temerli o fare movimenti bruschi e nemmeno timorosi, dobbiamo comportarci come al solito, ammirandoli come si può ammirare il più fiero tra i combattenti.
In presenza del gallo non vanno maneggiate le femmine, altrimenti essi reagiranno d’istinto, cercando di difendere la propria compagna.
Io tengo separate le femmine riproduttrici per poter distinguere le uova che daranno vita alle future generazioni e solo in questo modo si può capire se quella gallina trasmette i giusti caratteri alla prole.

Gabbia Gallina

Gabbia per ogni Gallina

Gabbia Gallo

Gabbia per ogni Gallo

Per saperne di più

Le galline non sono buone ovaiole, come del resto quasi tutti i combattenti.
Le razze combattenti, con l’avanzare dell’età, invece di perdere vigore, accrescono maggiormente la loro forza e fierezza.
Nella nidiata ci sono sempre quegli esemplari con il carattere dominante, che con molte probabilità saranno i più forti nel combattimento. Gli altri se si lasciano per lungo tempo con loro, può capitare che una volta adulti se un gallo simile a quello dominante li attacca, invece di reagire, scapperanno senza provare nemmeno a difendersi. La stessa cosa succede se i pulcini vengono affidati ad un tutore maschio. In quest’ultimo caso il gallo a cui verranno assegnati i pulcini saprà tenere l’ordine, bloccando repentinamente le zuffe dei giovani, ma fin troppo spesso il gallo può infierire colpi troppo forti, a volte causandone anche la morte. Già a 2 mesi i pulcini possono innescare battaglie anche mortali, perciò è bene separarli a quell’età.