di Focardi Fabrizio

Non ho mai nascosto il mio scetticismo quando si parla del recupero di alcune vecchie razze italiane.

Non è che per questo manchi di “patriottismo”: le ragioni sono altre. Prima di tutto, la scarsa perseveranza dell’allevatore italiano – comunque: chi è senza peccato scagli la prima pietra (compreso lo scrivente) – , e poi il basso numero di allevatori su cui si può contare.
La Livorno, l’Ancona, la Valdarno e la Siciliana sono discretamente decollate, così come, anche se con meno slancio, la Polverara . Stentano invece, per la necessità di ampi spazi, le oche ed i tacchini; va bene invece l’anatra Germanata Veneta.

In alcuni siti internet si sbandierano presunti facili recuperi di polli italiani dalle caratteristiche produttive accattivanti. Nella maggior parte dei casi, per la mancanza di una benché minima popolazione con cui iniziare una selezione – aggravata dall’insufficiente materiale storico disponibile -, l’impresa si prospetta molto ardua, ma soprattutto si corre il rischio di riportare in vita qualcosa che non è mai esistito.
Preferisco quindi scoraggiare, piuttosto che illudere. Molte “razze” sono veramente state meteore prive di una seria selezione e, di conseguenza, con caratteristiche variabili; ma, quando invece esiste una qualche possibilità di riuscita, molto volentieri mi rendo disponibile e, con entusiasmo, mi metto alla ricerca di tutto quanto può essere utile all’allevatore.
Ho iniziato, nel passato Notiziario, con la Romagnola e continuo ora con altre due razze: la “Robusta Lionata” e la consorella “Robusta Maculata”. Se l’argomento sarà per voi interessante mi propongo di continuare: non avrete che da chiedere.

Nonostante queste siano razze non riconosciute, mi giunge voce che siano allevate da un buon numero di allevatori, e non solo nel Nord Est italiano, dove hanno avuto origine.
Immagino sia merito della loro duplice attitudine: 160/170 uova all’anno di circa 55/60 g. e ottima carne per chi gradisce la pelle gialla.
Premetto che non rientrano fra le mie simpatie, ma questo poco conta, e poi forse qualcuno di voi potrà farmi cambiare opinione.
Ricordo di averle ambedue già viste, alla fine degli anni ’80, esposte in mostre ANSAV, e, guardando fra le mie innumerevoli scartoffie, ho ritrovato gli standard che allora circolavano su pagine dattiloscritte.
Non chiedetemi come mai non siano state inserite nel nostro libro standard, non lo ricordo: forse perché quando fu edito erano già da lungo tempo sparite, o forse per una dimenticanza, o forse perché non si riteneva che avessero raggiunto una sufficiente omogeneità.
Non si può comunque definirle vecchie razze italiane – la loro selezione è abbastanza recente -, né tanto meno autoctone, come furono ridicolmente definite in un articolo su una rivista specializzata alcuni anni fa.

In tutti, o quasi, gli scritti che mi sono capitati fra le mani vengono definite “razze sintetiche”. Confesso che questa definizione necessiterebbe, da parte del suo ideatore, di una spiegazione. Per sintesi si intende che, partendo da una serie di elementi singoli, si giunga ad una conclusione unitaria. Nel nostro caso: incrociando polli diversi si è arrivati alle due razze. Niente di più o di meno di quello che è avvenuto con molte delle razze oggi esistenti

Cominciamo intanto col far chiarezza sul significato della parola “razza”: una razza consiste in una serie omogenea di soggetti contraddistinti da comuni caratteri esteriori ed ereditari; una razza pura si identifica in condizioni di ampia omozigosità del genotipo.
“Selezione” è un termine generico che indica la scelta dei riproduttori secondo determinati criteri, indipendentemente che appartengano o no alla stessa razza.
Una selezione può mirare a fissare determinate caratteristiche che possono avere una funzione economica – produzione delle uova, modifica della muta, precocità di sviluppo e qualità della carne – o una funzione morfologica. Quest’ultima riguarda le caratteristiche esteriori, e quindi la loro corrispondenza allo standard della razza: colore del piumaggio, dei tarsi e degli orecchioni; caratteristiche della cresta o dei bargigli; portamento, ma anche mole e temperamento.
Spesso, nella selezione di mantenimento che noi facciamo, si arriva a tralasciare completamente quella economica dando invece massima importanza a quella morfologica.
Questo non è del tutto giusto in quanto una razza deve possedere le caratteristiche morfologiche richieste, ma anche quelle economiche.
Solo che quest’ultime non sono determinabili dal giudice, quindi, anche se ingiustamente, spesso non sono prese in considerazione dall’allevatore.
Due razze pure possono essere usate per la creazione di ibridi, che difficilmente trasmetteranno le stesse loro caratteristiche alla prole se non viene seguito un programma genetico.

Le nostre due razze sono state selezionate nel 1965 dalla Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo. Le razze che hanno maggiormente contribuito alla loro creazione sono state la Orpington fulva e la White America.
E qui è bene fare una importante precisazione: niente da dire sulla Orpington, ma la White America fa parte di quei ceppi, creati con l’incrocio di linee pure di razze diverse, che hanno subìto una selezione per scopi economici; non è dunque assicurata una stabilità genetica delle caratteristiche morfologiche.

Ecco l’origine della White America che Giancarla Pozzi dà nel suo libro”Le Razze dei Polli – 1961″:

«Creata nel Massachusset, sembra partendo da una mutazione bianca della Barnevelder.
I pulcini così nati si dimostrarono assai robusti e vennero allevati e riprodotti tra di loro. Le uova erano color rossastro e grosse, ma i pulcini erano di lenta crescenza.
Fu allora praticato l’incrocio con la razza Rhode Island ed i discendenti furono poi sottoposti a rigorosa selezione scegliendo, come riproduttori, esclusivamente i soggetti a livrea bianca e che corrispondevano ai piani previsti, per conformazione, precocità, facilità dell’impiumamento (sic), intensità di fetazione.
Si suppone che alla formazione della White America abbiano partecipato anche altre razze quali la Leghorn White (Livorno di selezione americana, ndr), o la White Rock (Plymouth Rock bianca, ndr), data la cresta piegata di lato che è della Leghorn e non delle altre razze formative, pur non escludendo che sia un carattere nuovo congiunto semplicemente alla nuova costituzione del genotipo, per gli incroci praticati e la successiva selezione.
In complesso, i soggetti della White America, presentano caratteristiche vantaggiose, essendo di precoce sviluppo, rustici, di rapido impiumamento, di conformazione arrotondata e ben carnosa, con scheletro leggero, zampe brevi e di colore giallo, così come è gialla la pelle.
La deposizione (all’inizio le uova pesavano g. 50 e successivamente da 55 a 60) si mantiene su buone medie. L’alimentazione non è ricercata né costosa, e la conversione in carne è redditizia.
Le uova hanno il guscio resistente e di colore scuro. »

Mi sembra di capire che la White America fosse un crogiuolo di geni raccattati a destra e a manca, alcuni meglio fissati con la selezione, ma gli altri?

Sarebbe interessante conoscere lo stato attuale dei soggetti esistenti. A questo scopo, riporto i due standard ANSAV che ho ritrovato. Sono un po’ stringati, ma come inizio possono andare.
Quello che mi preoccupa maggiormente è il disegno e la colorazione della Maculata. È un disegno non standardizzato in nessuna razza e non chiaramente descritto nello standard riportato, e, pertanto, di difficile interpretazione.
Sono dell’opinione che la White America debba influire negativamente sull’omogeneità del risultato.
Si parla di «grosse macchie di color grigio scuro fino a nero diffuse irregolarmente su tutto il corpo»: purtroppo non è abbastanza. Le macchie hanno una forma? Sono all’apice della penna? Il colore della macchia deve essere pulito? Lo stacco deve essere netto? Se le macchie sono troppo estese possono dar luogo a zone di colore, come ad esempio nel petto dell’Amburgo: è accettabile o è da considerarsi difetto?
Del resto l’omogeneità del disegno e del colore è basilare. Vorrei quindi conoscere dagli allevatori i risultati delle varie selezioni.
Colore e disegno della Lionata si identificano, più o meno, nella nostra “Fulva a coda nera”.
Una sola richiesta mi lascia perplesso: «tutte le penne caudali finiscono nere con brillantezza verde».
Si intende che le timoniere – nei due sessi – e falciformi – nel gallo – cominciano fulve per finire all’estremità nere? Ma in che misura? Una penna che comincia fulva difficilmente riesce ad avere una estremità di un nero brillante a riflessi verdi; è più facile che sfumi dal fulvo al bruno nerastro.
Ricordo ben poco dei soggetti che ho visto tanti anni fa, ma nella foto che ho davanti mi sembra che la coda della gallina abbia solo le timoniere leggermente sfumate di grigiastro, mentre il gallo abbia nere solo le falciformi e le timoniere più o meno come la gallina.

Appare evidente che senza l’aiuto degli allevatori poco si potrà fare.
Sarebbe necessario che uno di loro si prendesse l’onere di coordinatore: altro non dovrebbe fare che stilare un elenco degli allevatori con il numero approssimato dei soggetti allevati delle due razze, e, oltre a collaborare con il CTS, raccogliere i suggerimenti da sottoporre poi a valutazione.
Mi auguro veramente che almeno uno di buona volontà si faccia avanti, altrimenti forse non vale neanche la pena di cominciare.
Il passo successivo sarà un confronto delle diverse linee, magari ai prossimi Campionati Italiani.

Fabrizio Focardi

Per chi mi volesse contattare ecco i miei recapiti:
– Telefono: 055 8303272 (preferibilmente dalle 15,30 alle 19,00)
– E-mail: fabrizio.focardi@hotmail.it

Bibliografia:
  • – Giancarla Pozzi, Le razze dei Polli, Bologna 1961
  • – Veneto Agricoltura: Opuscolo Progetto CO.VA.

Augurabile anche per altre Regioni è l’interesse della Regione Veneto a favorire l’allevamento delle loro razze avicole che, con la collaborazione di Veneto Agricoltura, ha organizzato il “Progetto CO.VA.”, pubblicizzato con un opuscolo in cui le razze vengono presentate con foto a colori e schede tecniche. Così recitano i loro fini:

« Interventi per la Conservazione e la Valorizzazione di razze avicole locali venete.
Veneto Agricoltura ha attivato per conto della Regione Veneto un progetto avicolo mirato alla salvaguardia di razze autoctone venete. L’intervento denominato CO.VA. (Conservazione e Valorizzazione di razze avicole venete), prende in considerazione alcune delle razze che per aspetti storici, socio-culturali e potenzialità produttive, sono state giudicate interessanti e meritevoli di tutela e valorizzazione.
Tra le cause dell’attuale limitata diffusione di queste razze, si possono citare la esasperante offerta di prodotti standardizzati e il diffuso impiego di incroci in grado di raggiungere elevate performance produttive. Tuttavia, lo sviluppo di microfiliere locali e di nicchia, quali strategia da contrapporre ai processi di globalizzazione dei mercati, sono oggi degli interventi particolarmente interessanti anche nel settore avicolo, con l’impiego di razze locali che per certi caratteri (rusticità e resistenza alle malattie) sono superiori agli ibridi commerciali. Anche in aree marginali tali caratteri possono dare risultati economici di tutto rispetto e testimonianza di un patrimonio genetico che non può essere assolutamente disperso. »

Robusta lionata

I – Generalità
Paese di origine: Italia. Rovigo 1965, Stazione di Pollicoltura. Selezionata da Orpington Fulva e White America.
Pesi Gallo: 3,8-4,2 kg.
Pesi Gallina: 2,8-3 kg.
Uova: Min. 55 g., color salmone.
Misura anello: Gallo II, Gallina III
Colorazione: Classica
Tipo ed indirizzo per l’allevamento Pollo con buona attitudine alla produzione di uova e di carne con accrescimento abbastanza rapido.

Robusta Lionata

Caratteristiche del gallo
Tronco: largo e profondo
Collo: medio lungo, leggermente arcuato.
Dorso: ben sviluppato, la linea collo-dorso-coda formano un arco ben equilibrato.
Petto: profondo, largo e ben sviluppato.
Ventre: Largo, profondo e ricco di piumaggio.
Ali: portate orizzontalmente e ben aderenti, medio lunghe.
Coda: corta e larga, timoniere parzialmente nascoste dalle falciformi.
Testa: piccola e ben arrotondata.
Cresta: semplice e dritta, medio grande con 5-6 dentelli.
Bargigli: di media grossezza, rotondi e rossi.
Orecchioni: rossi.
Faccia: liscia e fine nei tessuti.
Occhi: da arancione a rosso.
Becco: forte, leggermente convesso.
Cosce: carnose, plumole folte senza cuscini.
Tarsi: corti. Sottili, gialli, senza calza.
Caratteristiche della gallina
Caratteristiche: Più raccolta del gallo, identica nelle linee, coda corta.

Robusta Lionata female

Piumaggio: Struttura: folto, leggermente sciolto.
Colore e disegno: colore base giallo-fulvo in tonalità calda, mantellina con punti o pernicitura nera irregolare, remiganti con venatura bruna: nelle galline è ammesso leggero disegno sul groppone; tutte le penne caudali finiscono nere con brillantezza verde; pelle gialla.
Difetti Gravi: Corpo stretto; forma della Cocincina; cuscini; etto alto e piatto; coda aperta o a punta; pelle o tarsi bianchi;bianco negli orecchioni.

I – Generalità
Paese di origine: Italia. Rovigo 1965, Stazione di Pollicoltura. Selezionata da Orpington Fulva e White America.
Pesi Gallo: 3,8-4,2 kg.
Pesi Gallina: 2,8-3 kg.
Uova: Min. 55 g., color salmone.
Misura anello: Gallo II, Gallina III
Colorazione: Classica
Tipo ed indirizzo per l’allevamento Pollo con buona attitudine alla produzione di uova e di carne con accrescimento abbastanza rapido.
Robusta Lionata
Caratteristiche del gallo
Tronco: largo e profondo
Collo: medio lungo, leggermente arcuato.
Dorso: ben sviluppato, la linea collo-dorso-coda formano un arco ben equilibrato.
Petto: profondo, largo e ben sviluppato.
Ventre: Largo, profondo e ricco di piumaggio.
Ali: portate orizzontalmente e ben aderenti, medio lunghe.
Coda: corta e larga, timoniere parzialmente nascoste dalle falciformi.
Testa: piccola e ben arrotondata.
Cresta: semplice e dritta, medio grande con 5-6 dentelli.
Bargigli: di media grossezza, rotondi e rossi.
Orecchioni: rossi.
Faccia: liscia e fine nei tessuti.
Occhi: da arancione a rosso.
Becco: forte, leggermente convesso.
Cosce: carnose, plumole folte senza cuscini.
Tarsi: corti. Sottili, gialli, senza calza.
Caratteristiche della gallina
Caratteristiche: Più raccolta del gallo, identica nelle linee, coda corta.
Robusta Lionata female
Piumaggio: Struttura: folto, leggermente sciolto.
Colore e disegno: colore base giallo-fulvo in tonalità calda, mantellina con punti o pernicitura nera irregolare, remiganti con venatura bruna: nelle galline è ammesso leggero disegno sul groppone; tutte le penne caudali finiscono nere con brillantezza verde; pelle gialla.
Difetti Gravi: Corpo stretto; forma della Cocincina; cuscini; etto alto e piatto; coda aperta o a punta; pelle o tarsi bianchi;bianco negli orecchioni.

Robusta maculata

I – Generalità
Paese di origine: Italia. Rovigo 1965, Stazione di Pollicoltura. Selezionata da Orpington e White America.
Pesi Gallo: 3,8-4,2 kg.
Pesi Gallina: 2,8-3 kg.
Uova: Min. 55 g., rosato o bruno.
Misura anello: Gallo II, Gallina III
Colorazione: Classica
Tipo ed indirizzo per l’allevamento Buona attitudine alla produzione di uova e di carne, precocità media.

Robusta Maculata male

Caratteristiche del gallo
Tronco: largo e profondo
Collo: medio lungo, leggermente arcuato.
Dorso: largo sulle spalle, ben sviluppato.
Petto: profondo e lungo.
Ventre: lungo, profondo e ricco di piumaggio.
Ali: portate orizzontali e ben aderenti.
Coda: corta e larga.
Cresta: semplice, dritta, ben sviluppata, con 6-8 dentelli.
Bargigli: molto sviluppati, rossi.
Orecchioni: rossi.
Faccia: liscia e fine nei tessuti.
Occhi: da arancione a rosso.
Becco: forte, leggermente convesso.
Cosce: carnose, ricche di piume senza cuscini.

Robusta Maculata female

Caratteristiche della gallina
Caratteristiche: Assomiglia al gallo fino al dimorfismo sessuale.
Piumaggio: Struttura: sciolto, folto, liscio, pelle gialla.
Colore e disegno:
Gallo: mantellina bianco argento con fiamma nera sfondante; rimanente piumaggio argento oscuro con punti neri irregolari; remiganti, timoniere e falciformi neri con brillantezza verde.
Gallina: colore base bianco argento, grosse macchie di color grigio oscuro fino a nero diffuse irregolarmente su tutto il corpo.
Difetti Gravi: Corpo stretto; formazione di cuscini; petto alto e piatto; pelle e tarsi bianchi; bianco negli orecchioni.

Ermellinata di Rovigo

Eccoci arrivati a considerare un’altra razza, l’ultima, della serie definita da qualcuno “Razze Sintetiche”; devo ammettere che questa è quella che a me piace di più, molto probabilmente per la colorazione, che è la mia preferita.
Non credo di aver mai visto soggetti di questa razza. Più oltre, comunque, riporterò lo standard ritrovato, che fa parte, come quelli delle Robuste, delle pagine dattiloscritte che circolavano alle mostre ANSAV verso la fine degli ani ’80.
Molto di quanto ho detto nel mio precedente articolo vale anche per questa razza: penso non vi sarà difficile discernerlo dal resto.

La selezione iniziò presso la “Stazione Sperimentale di Pollicoltura” di Rovigo nel 1959, incrociando polli Sussex e Rhode Island, che forse però non furono i soli che concorsero alla nascita di questa razza.
Fu fatta, in seguito, una selezione motivata prevalentemente da scopi economici: negli anni ’50 si cercava di risollevare l’avicoltura immettendo sul mercato ceppi che potevano fare concorrenza agli incroci americani; fu data quindi la precedenza a caratteristiche importanti come crescita e impennamento veloce, resistenza alle comuni malattie e buona deposizione di uova grosse e di colore bruno chiaro.
L’idea era soprattutto di creare un pollo di ottima carne, ma le cui galline fossero anche buone ovaiole. Della discendenza furono preferiti i soggetti della colorazione della Sussex, ma i tarsi furono selezionati gialli; questo molto probabilmente perché in Italia, chi doveva consumare il prodotto, aveva la convinzione che il tarso e la pelle gialli fossero sinonimo di carne migliore.
Non sono un consumatore assiduo di carne di pollo, quindi non posso dare un giudizio per esperienza diretta; ma da quello che leggo sulla vecchia letteratura, negli altri Paesi si è sempre pensato il contrario: cioè che la carne migliore fosse quella delle razze a tarsi scuri o biancastri, come per esempio le razze francesi quali la Bresse – rispetto alla quale non è da meno la nostra Valdarno, sempre a carne bianca e tarsi ardesia -, la Faverolles, la Houdan e le inglesi Sussex e Dorking e tante altre razze definite “da carne”. A riprova di ciò, la Livorno – razza a pelle e tarsi gialli -, in alcuni libri anche italiani, è definita una razza dalla carne non particolarmente prelibata.
In effetti, per quello che ho potuto osservare maneggiando i polli, mi sono reso conto che la pelle bianca è in genere più sottile e l’accumulo di grasso sottocutaneo è minore; ma non è mia intenzione sfatare un mito così radicato: anche secondo mia madre la pelle gialla e le uova scure erano, senza ombra di dubbio, le migliori.

Spero che esista un buon numero di allevatori di questa razza e mi auguro che i soggetti esistenti non siano troppo lontani dallo standard.
L’unica colorazione di questa razza, la Bianca Columbia Nero, non è così facile da mantenere come potrebbe sembrare: una cosa è allevare per produrre uova e carne, un’altra è farlo per portare i soggetti alle mostre; e, quando si ha a che fare con uno standard, quello che prima passava inosservato, dopo potrà diventare un difetto, non sempre facile da eliminare.
Comunque, come si suol dire, “Roma non fu fatta in un giorno”: non pretendo quindi, oggi, la perfezione. Vedremo insieme quello che esiste e dove c’è da lavorare. I soggetti che ho visto in internet peccano soprattutto nel disegno, specialmente della mantellina: le fiamme sono scarse in ambo i sessi e presenti solo nella parte bassa. Questo non sarebbe cosa gravissima – nello standard si potrebbe anche richiedere una mantellina con un disegno non troppo importante -, ma il nero dovrà essere intenso e brillante con riflessi verdi, e, sempre in base a quello che ho potuto vedere, il colore mi sembra più grigiastro che nero.
Sono anche curioso di conoscere il colore del piumino.
Ho parlato molto, in alcuni recenti notiziari, della colorazione “Bianca Columbia Nero”, proprio a proposito della Sussex, ed a questi articoli, oltre che allo standard, potrete fare riferimento per valutare i vostri animali.

È importante che tutti gli allevatori collaborino col CTS. Prima di tutto per attestare la situazione attuale – numero dei soggetti esistenti e loro condizioni – e poter così intervenire di conseguenza con un programma di recupero concordato.
Qui di seguito lo standard, che, come quello delle Robuste, non è particolarmente preciso, ma può servirci da base per decidere poi, insieme, cosa aggiungere.

Ermellinata di Rovigo

Ermellinata di Rovigo – (Standard)
Paese di origine: Italia, Rovigo. Stazione sperimentale di Pollicoltura; selezionata da Sussex e Rhode Island.
Pesi Gallo: 3.4-3,9 kg
Pesi Gallina: 2,6-3,1 kg
Uova: Min. 55 g. da rosato a bruno
Colorazione: Classica (Ermellinata) (Bianca Columbia Nero ndr)
Tipo ed indirizzo per l’allevamento Pollo con buone attitudini per la produzione di uova e di carne con accrescimento abbastanza rapido.
Caratteristiche del gallo
Tronco: largo e lungo, a forma di parallelepipedo.
Collo: medio lungo con mantellina ricca.
Dorso: lungo, portato orizzontale.
Petto: pieno e largo, ben arrotondato e profondo.
Ali: ben aderenti, medio lunghe, portate orizzontali.
Ventre: profondo, largo, ma non grasso.
Coda: di media grandezza, portata larga a 30/40°, con numerose falciformi di media lunghezza con barbe larghe e calami non troppo marcati; timoniere corte e poco visibili.
Testa: medio grande, piatta.
Cresta: semplice e dritta con 5-6 dentelli.
Faccia: rossa e fine nel tessuto.
Occhi: rossi, ammessi anche gialli.
Becco: medio forte,leggermente convesso, di color corno chiaro con cima scura.
Cosce: di media lunghezza, carnose, ben impiumate.
Tarsi: di media lunghezza con ossatura fine e senza calze, giall; venature rosse nel gallo non sono difetto.
Caratteristiche della gallina
Caratteristiche: Appare più piccola del gallo, con testa esile e cresta piccola e diritta a dentellatura regolare.
Piumaggio: Struttura: leggermente sciolto ma aderente, ricco.
Colore e disegno: tipico disegno ermellinato (Bianca Columbia Nero ndr) con disegno scuro non troppo accentuato.
Difetti Gravi: forma del corpo corta o stretta; piumaggio sottile; calami molto rigidi della coda; formazione di cuscini; ossatura grossolana.

Qualcuno di voi, fra i più giovani, si chiederà come mai si chiama “Ermellinata” quando invece la colorazione è “Bianca Columbia Nero”. La ragione è semplice: perché questa colorazione, in Francia, si chiamava e si chiama ancor oggi “Blanc herminé noir”; ermellinato è dunque il disegno nero – che ricorda quello dell’ermellino nel suo mantello invernale –, mentre bianco è il mantello.
La stessa colorazione, per un periodo e solo da alcuni, è anche stata chiamata “Chiara”, in riferimento al termine tedesco di allora “Hell”.
In verità è giusto chiamarla “Bianca Columbia Nero” perché questa colorazione fu presentata per la prima volta nella Wyandotte e gli fu dato il nome dello stato americano di “Columbia”, dove ebbe luogo l’esposizione.
Sia ben chiaro, dico questo solo per curiosità, e non perché vorrei cambiarle il nome: mi va benissimo Ermellinata di Rovigo nella colorazione Bianca Columbia Nero.

Coraggio dunque, fatevi avanti: “l’unione fa la forza”.

Per chi mi volesse contattare, ecco i miei recapiti:
– Telefono: 055.8303272 (preferibilmente dalle 15,30 alle 19,00)
– E-mail: fabrizio.focardi@hotmail.it